Ludwig van Beethoven tra gli Asburgo e Napoleone
“... qui a Vienna mi sono ormai abituato a venir trattato come l’ultimo dei miserabili” Beethoven (lettera del marzo 1808)
“Fate fucilare senza pietà i <lazzaroni> che si rendono colpevoli di
accoltellamenti. E’ solo con un salutare terrore che riuscirete a imporvi al popolaccio italiano... “ Napoleone, lettera al
fratello Giuseppe (6 marzo 1806)
“Abbiamo chiamato la plebaglia a deliberare, per le strade di Parigi... La patria caduta in simili mani si coprì ben presto di piaghe. Che cosa ci rimane
dei nostri furori e delle nostre chimere? Crimini e catene!” F. R. de Chateaubriand, Di Buonaparte e dei Borboni (1814)
Gli anni novanta Beethoven e Waldstein: all’ombra del Deutsch Ritterorden - Un esordio prudente - Una fede (quasi) incrollabile - In viaggio verso Praga
La nobiltà ostile Amicizie particolari - Accademie rimandate e una richiesta inutile - Antonio Salieri: l’altra Vienna
Pensando a Napoleone Beethoven e Napoleone: una partenza più volte annunciata - Nel solco di Cherubini - Fidelio: un soggetto “fuori luogo” - Paer: una Leonora più accomodante - La Quinta sinfonia:
l’ennesimo capolavoro snobbato - Un concerto “imperiale”
Al servizio degli Asburgo
|