cinema Rogoredo - cinema Atlantico

manifesto del cinema Rogoredo del 1940

 testo scritto in collaborazione con Marco Ferrari

Nella seconda metà degli anni trenta, al civico 7 di via Monte Popera, nel quartiere Rogoredo, situato a sud est della città (non lontano dall’abbazia di Chiaravalle), inizia l’attività il cinema Rogoredo.
La sala, costituita da sola platea, strutturata in discesa a partire dal fondo,  ha una capienza di 600 posti; il nome deriva dal latino roburetum ossia zona piantata a roveri. Essa compare saltuariamente sulle pagine dei quotidiani.
Nonostante si trattasse di sala periferica, il Rogoredo dispone di un’ottima acustica ed è dotato di proiettori Prevost a carboni. Purtroppo, proprio perché si tratta di sala periferica,  le pellicole che arrivano in cabina di proiezione sono spesso usurate e questo non consente la valorizzazione delle apparecchiature e anzi nel tempo tende a rovinarle.
Il titolare del locale possiede anche il cinema XXVIII Ottobre e in quegli anni il proiezionista del Rogoredo - il sig. Evandro Molina - si divide tra le due sale: dal lunedì al mercoledì al XXVIII Ottobre e dal giovedì alla domenica al Rogoredo.
A tal proposito, si ricorda un episodio curioso verificatosi nel primi anni del dopoguerra: un giorno in cui avrebbe dovuto essere di turno al Rogoredo, il signor Molina è a casa influenzato e pertanto viene sostituito da un collega. Questi però non è particolarmente esperto e, prima dell’inizio della proiezione del primo spettacolo, inavvertitamente preme un pulsante che blocca l’avvio della pellicola e l’accensione del fascio di luce sullo schermo.
A questo punto la proiezione non può avere inizio ma soprattutto non se ne capiscono le cause. Al crescente rumoreggiare degli spettatori in sala, la maschera e il titolare sono costretti a fare una corsa in auto a casa del sig. Molina, caricarlo in vettura, portarlo in cabina e riportarlo poi a casa, una volta avviata la proiezione.
La programmazione privilegia film d’avventure di taglio popolare.
Tra i film programmati al Rogoredo ricordiamo Seguendo la flotta (M. Sandrich, 1936) nel 1940, La città d’oro (Harlan, 1942) e Harlem (Gallone, 1943) nel 1944, Sogni proibiti (McLeod, 1947) e Carovana d’eroi (Curtiz, 1940) nel 1950, Atterraggio forzato (Annakin, 1948) e Il mio corpo ti scalderà (Hughes, 1943) nel 1951, Bill sei grande (Ford, 1950), Bellissima (Visconti, 1951) e Avorio nero (LeRoy, 1936) nel 1952, La tratta delle bianche (Comencini, 1952).

Nei primi mesi del 1953 il Rogoredo si trasforma nel cinema Atlantico; la scelta del nome probabilmente vuole richiamare uno spirito di avventura, di viaggio - la traversata atlantica verso gli Stati Uniti – uscendo così dagli stretti confini locali/rionali che caratterizzano molti quartieri e molte sale cittadine. Va notato che il locale, nell’abbandonare un nome semplicemente designativo per passare a uno di sapore esotico-fantastico, anticipa di oltre un decennio le trasformazione del cinema Meda in Las Vegas (1967), del cinema Volta in Boston (1970) e di molti altri. Tra i predecessori invece troviamo il cinema Colombo che, già nel 1945, diviene il cinema Luna.
In ogni caso i rogoredesi non sembrarono affascinati dal nuovo nome e preferivano chiamare la sala cinema “sòcura” (zoccolo, in dialetto) poiché numerosi spettatori amavano far risuonare fragorosamente il pavimento in legno mediante quel tipo di calzatura.
Il locale, insieme al Marte,, fa parte dell’ondata tardiva di sale rionali avutasi negli anni immediatamente successivi al termine della seconda guerra mondiale; si tratta di cinema periferici di terza visione, ubicati oltre la circonvallazione esterna, con una programmazione popolare, caratterizzata da film d’avventura di serie B oppure da pellicole già ampiamente sfruttati sia dalle sale del centro, sia dalle cosiddette sale di “seconda fascia”. Ubicato in una piccola via nell’estrema periferia milanese, l’Atlantico in particolare risulta essere tra le sale maggiormente decentrate nel panorama cittadini di quegli anni.
L’Atlantico è tra le sale con i prezzi più bassi in città: ad esempio, nel 1955 il biglietto costa 140 lire nei posti migliori e 100 lire in quelli più economici; solo il Cittanova con 80 lire e l’Europa con 60 lire sono in grado di offrire prezzi più bassi.
La programmazione cinematografica è rivolta al pubblico del quartiere e della campagna limitrofa; conseguentemente vi è una totale assenza di annunci (tamburini o flani) sui quotidiani. E’ probabile che la gestione sia di tipo familiare, slegata dai mini-circuiti milanesi costituiti da più sale aventi in comune lo stesso gestore oppure la stessa società che ne cura la programmazione. Tutte queste caratteristiche connotano l’Atlantico come una sala rionale ad di là del tempo: è probabilmente la sala rionale che più a lungo resiste ai mutamenti dei consumi cinematografici in città.
Nella seconda metà degli anni cinquanta, probabilmente per effetto degli accordi tra esercizio e distribuzione e tra questa e la produzione, frequentemente sono in cartellone film diretti da John Sturges, e nei primi anni sessanta pellicole dello spagnolo Antonio DelAmo Algara, regista specializzato in pellicole di serie B. Negli anni sessanta, la programmazione include film di autori che in seguito diventeranno di culto, quali Mario Bava, Umberto Lenzi e Lucio Fulci; inoltre introduce cartoni animati per ragazzi nel fine settimana.
Il cinema Atlantico degli anni sessanta costituisce l’archetipo della sala “cult”: ubicato ai margini della città, in prossimità della tangenziale est, superstite fuori dal tempo e con una programmazione in seguito classificabile tra il trash e il cult, rimane un caso di scuola nel panorama dell’esercizio milanese.
Tra le pellicole più interessanti proiettate all’Atlantico ricordiamo:
nel 1953:
I lanceri del Dakota (Kane, 1951), Anime nella tormenta (Hansen, 1950), La carovana maledetta (Rowland, 1950), Fratelli d’Italia (Saraceni, 1952), Gianni e Pinotto contro l’uomo invisibile (Lamont, 1951), Bagdad (Lamont, 1949) 
nel 1954:
Sangue indiano (Karloon, 1947), I conquistatori della Sirte (Price, 1950), I filibustieri delle Antille (Barton, 1950), Il sole negli occhi (Pietrangeli, 1953), El Tigre (Nugent, 1951), Giungla d’asfalto (Huston, 1950 con Marilyn Monroe), Il padrone del vapore (Mattoli, 1951) e La leggenda di Robin Hood (Curtiz, 1938 con Errol Flynn)
nel 1955:
L’altra bandiera (Seiler, 1952 con Karl Malden), La ninfa degli Antipodi (LeRoy, 1952), Disonorata (Stevenson, 1947), Il prigioniero di Zenda (Thorpe, 1952), Il pugilatore di Sing Sing (Angelo, 1952), Mizar (De Robertis, 1954), Un americano a Roma (S. Vanzina, 1954), I figli del secolo (Marshall, 1953)
nel 1956:
Baciami Kate! (Sidney, 1953), L’assedio delle sette frecce (Sturges, 1953 con William Holden), Avamposto dell inferno (Kane, 1954), Giorno maledetto (Sturges, 1954) e Scarpetta di vetro (Walters, 1955)   
nel 1957:
Duello di spie (Sturges, 1955), Il re dei barbari (Sirk, 1954), I diabolici (Clouzot, 1954), E’ sempre bel tempo (S. Donen e G. Kelly, 1955), Cantando sotto le stelle (Girolami, 1956) e La frustata (Sturges, 1956)
nel 1958:
La terra degli Apache (Hibbs, 1956), Classe di ferro (Vasile, 1957), Il marchio del bruto (Sherwood, 1956), La ragazza del palio (Zampa, 1957), Riccardo III (Olivier, 1955)
nel 1959:
La tragedia del Rio Grande (Arnold, 1957), Prima linea (Aldrich, 1956), Obiettivo Burma! (Walsh, 1945), Pane, amore e….Andalusia (Setó, 1958), La tigre del Kumaon (Haskin, 1948), Policarpo ufficiale di scrittura (Soldati, 1959) e Ciao, ciao bambina (Greco, 1959)  
nel 1960:
Il trapezio della vita (Sirk, 1957), La bella addormentata nel bosco (C. Geronimi, 1959 cartoni Walt Disney), L’ultima violenza (Matarazzo, 1957)
nel 1961:
La venere della gang (Gérard e Deville, 1958), Tarzan e la donna leopardo (Neumann, 1946), Joselito (A. DelAmo Algara, 1959)  e I draghi del West (Clavell, 1960)
nel 1962:
Sorci e soci al 6° round (aa.vv., 1960), Il canto dell’usignolo (A. DelAmo, 1957), Silvestro gatto maldestro (aa.vv., 1960 cartoni animati), La rivolta degli schiavi (Malasomma, 1960), Canto, amore e cha cha cha (E. Cahen Salaberry, 1957), La vendetta dei moschettieri (Bordèrie, 1961)
nel 1963:
Mogambo (Ford, 1940 con Clark Gable, Ava Gardner, Grace Kelly), Uno contro tutti (Chaplin, 1962), Assassinio sul treno (Pollock, 1961),
L'onorata società (Pazzaglia, 1961) e Piccolo colonnello (A. DelAmo Algara, 1958)
nel 1964:
La bella di Lodi (Missiroli, 1963), Johnny Concho, il pistolero (McGuire, 1956), La squadra infernale (Coleman, 1961), Il traditore del campo 5 ovvero Supplizio (Laven, 1956), Amori proibiti (R. Stevens, 1962), La città prigioniera (Chiari e Anthony, 1961)
nel 1965:
L’ultimo gladiatore (U. Lenzi, 1964), Sei donne per l’assassino (M. Bava), Destino sull’asfalto (Hathaway, 1955), PT 109 posto di combattimento (Martinson, 1963), Le massaggiatrici (L. Fulci, 1962)
nel 1966:
L’agguato (N. Panama, 1958), Requiem per un pistolero (Bennett, 1965), I complessi (D.Risi,Rossi e D’Amico, 1965), Il gaucho (D.Risi, 1965 con Vittorio Gassman), Adiós gringo (Stegani, 1965)
Sansone contro il Corsaro Nero (Captano, 1964)  
nel 1967:
Agente X-17 operazione oceano (Boccia, 1965), I misteri della giungla nera (Murphy e Callegari, 1954), Non si può continuare ad uccidere ovvero L’uomo del Colorado (Levin, 1948), Il fiume rosso (Hawks, 1947con John Wayne, Montgomery Clift)
nel 1968:
La frusta e il corpo (M. Bava, 1963), Persona (Bergman, 1966 con Liv Ullman), Ad ogni costo (Montaldo, 1967), Le spie uccidono a Beirut (Martino, 1965), Crescendo per un delitto ovvero A doppia mandata (Chabrol, 1959)
nel 1969:
Al Capone (Wilson, 1959), Hong Kong: porto franco per una bara (Köhler, 1964), Tarzan in India (Guillermin, 1962), Duello nell’Atlantico (Powell, 1957), Le tre sfide di Tarzan (Day, 1963), I due figli di Ringo (Simonelli, 1966 con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia), Il pirata del diavolo (Mauri, 1963) e L'ombra di Zorro (Romero Marchent, 1962).
Purtroppo la particolarità di quel cinema non può essere destinata a durare nel tempo: la sala è tra le prime vittime della crisi dell’esercizio cinematografico milanese, rimasto per anni un’isola felice rispetto al resto d’Italia. L’Atlantico non può sopravvivere con la sola utenza di quartiere, nelle cui case - tra l’altro - sta ormai penetrando la televisione. Con un’offerta non più adeguata alle mutate abitudini del pubblico, il cinema cessa l’attività a fine 1969.
Dopo alcuni anni di abbandono, il locale viene trasformato in un’autofficina.

 

Al momento non siamo ancora riusciti a trovare una foto d’epoca del cinema Atlantico in attività.

 Invitiamo tutti i visitatori del sito, cinefili, storici, milanesi, navigatori, curiosi ad aiutarci nella ricerca.

 

Manifesti tipografici del cinema Rogoredo: (fonte: Cineteca Italiana –  www.lombardiabeniculturali.it)
1940
Seguendo la flotta - dic                                                                               
immagine

L’ex cinema Atlantico nel marzo 2012:     
L’autofficina verso via Rogoredo                                                                 foto 1 - foto 2
L’autofficina verso via Monte Cengio                                                          
foto
L’ingresso                                                                                                  
foto
La fiancata vista dal cortile adiacente                                                           
foto

Vista aerea dell’ex cinema nel 2010                                                         foto

Mappa di Milano (Rogoredo)
Posizione del cinema                                                                                    
immagine

si ringraziano Raffaele Fioretto, il signor Evandro Molina per l’intervista concessa e Willy Salveghi per le informazioni fornite

 

Si invitano i numerosi giornalisti e lettori che utilizzano i testi del sito (spesso con semplici copia/incolla) a citare la fonte