cinema Pellico

l’ex sala divenuta una palestra nel 1970

 testo scritto in collaborazione con Willy Salveghi

In via Ponte Seveso 1 (dal marzo 1924 via Fabio Filzi 1), dietro alla chiesa di San Gioachimo (costruzione di impianto neorinascimentale, completata nel 1885) - nelle vicinanze di piazza Repubblica (ex piazzale Fiume) - agli inizi del Novecento è presente un vasto salone adibito a teatro parrocchiale, destinato ad ospitare le recite della locale Compagnia Drammatica di San Gioacchino. Tra i numerosi spettacoli di quel lontano periodo ricordiamo "L'orfanello della Svizzera", "L'espiazione di un fallo" e "Dal luogo Pio Albergo Trivulzio".
Questa sala, voluta da don Cesare Rolandi (prevosto dal 1901 al 1910), viene costruita sull'area del giardino, a lato della canonica. Dai bollettini parrocchiali emerge che già nel 1908 nel nuovo stabile è attivo il Cinematografo di Casa, dove vengono effettuate proiezioni a passo ridotto esclusivamente per i ragazzi dell'oratorio. Nel 1916 il nuovo prevosto don Francesco Norbeni mette a disposizione il teatro come ricovero per profughi internati, prigionieri o soldati reduci dal fronte, ospitando fino a 250 le persone alla volta.
Per farsi un’idea del contesto urbano dell’epoca è bene ricordare che l’attuale spiazzo antistante la chiesa deriva dallo spostamento verso nord (inerente la costruzione della Stazione Centale) della linea ferroviaria che – fino al 1931 – passava proprio in questo punto, per collegarsi alla vecchia stazione posta in piazzale Fiume (oggi piazza Repubblica). Pertanto davanti alla chiesa era presente un massiccio ponte ferroviario (vedi foto).
Don Giuseppe Croci, succeduto a don Norbeni, istituisce nella parrocchia la "Piccola Opera di San Gioachimo", dando in gestione la sala alle Suore Francescane Missionarie di Gesù Bambino; successivamente il locale viene affittato per qualche anno, poi don Croci dà il via ai lavori per ampliare ed innalzare l'edificio (confronta, nelle foto, lo stabile a un piano dei primi del Novecento con quello attuale di cinque piani) .
Il salone rinnovato ed abbellito, viene inaugurato nel 1926 come "Teatro Cinematografico Silvio Pellico" con entrata autonoma su via Filzi n.1. Il cinema (350 posti) è dedicato al patriota, scrittore e poeta italiano (1789-1854), noto soprattutto come autore del libro di memorie Le mie prigioni (1832). Al locale si accede da due portoni di legno che danno su un piccolo atrio. La sala è composta da una platea con "incorporata" una modesta galleria rialzata di un paio di metri, raggiungibile con due scale laterali. Le uscite di sicurezza si trovano sulla sinistra e sbucano nel cortile dell'oratorio. Le proiezioni per i ragazzi dell'oratorio si svolgono in una sala sottostante a quella del cineteatro, dove continueranno anche nei decenni successivi. Oltre al film in programma, vengono in genere  proposte una comica e un cinegiornale.
Nei primi anni di attività la pubblicità del locale utilizza i consueti manifesti tipografici. Con il passare dei mesi, a sottolineare la caratteristica di "cinema di zona", le tipologie di prezzi vengono indicate come "prezzi soliti".
Si tratta di uno dei primi locali parrocchiali concepito e proposto come una normale sala pubblica di proiezione. Il proposito dichiarato di don Croci, con questo coraggioso esperimento, è quello di "proiettare pellicole di grido e d'attualità" scelte tra quelle che, senza scadere in spettacoli da educande, includano anche qualche valore ed insegnamento morale, con il fine ultimo di influenzare la giovane industria cinematografica in senso cattolico. I quotidiani “L'Italia” nel numero del 4 marzo 1927 e “l'Osservatore Romano” del 30 ottobre 1927 in due trafiletti elogiano il nuovo cinema Silvio Pellico quale "divulgatore di spettacoli morali pubblici" e affermano che "...un cinematografo pubblico intelligentemente usato diventa veicolo di educazione cristiana".
Nel corso degli anni il Silvio Pellico (nome accorciato in Pellico già nel 1928) da sala dedicata esclusivamente a proiezioni per ragazzi, apre sempre di più a un pubblico generico, diventando molto popolare nel quartiere.
Dopo soli pochi mesi, don Croci, a malincuore, è però costretto a cedere in affitto il cinema all'Opera Cardinal Ferrari, più idonea per mezzi e personale, non riuscendo a soddisfare le esigenze di pubblico e di "convenienza morale".
Curiosamente il Pellico viene in seguito preso in gestione dal fratello del prevosto Croci perchè, con l'aumento del pubblico e la richiesta crescente di film, non sempre gli spettacoli rispecchiano una programmazione consona alla chiesa e ci sono state molte proteste da parte dei frequentatori della parrocchia. Nel 1949 il cinema inizia ad apparire sui quotidiani, collocandosi stabilmente nelle terze visioni, senza mai avere flani o pubblicità. Vengono privilegiati film avventurosi, di fantascienza e western sia italiani che americani all’interno di una programmazione nel quale sono quasi del tutto assenti film artistici o d’impegno civile.
Tra i film proiettati al Pellico ricordiamo:
nel 1927
Risa e lacrime napoletane (Vassallo, 1926).
nel 1928
California: dolce terra! (t.o. California Straight Ahead, H. Pollard, 1925) L'aiutante di bandiera (t.o. The Flag Lieutenant, M. Elvey, 1926), I due derelitti (t.o. Le deux gosses, A. Caillart, 1912, proiettato in due parti) e Marinai...per forza (t.o. We're in the Navy Now, Sutherland, 1926).
nel 1929
L'allegro fante (t.o. The Better Ole, C. Reisner, 1926).
nel 1930
Il processo Bellamy (t.o. Bellamy Trial, M. Bell, 1929), Il mago (t.o. The Magician, R. Ingram, 1926) e Mammina (t.o. Lovey Mary, K. Baggot, 1926).
nel 1949
Lo stato dell'unione (Capra, 1948, con Spencer Tracy).
nel 1950
Le due orfanelle (Gallone, 1942) e Le due suore (Koster, 1949).
nel 1951
Sepolcro indiano (Eichberg, 1937), I conquistatori dei sette mari (Ludwig e Lydecker, 1944), Piume al vento (Amadoro, 1951) e Amore selvaggio (Marin, 1949).
nel 1952
Nessuno ti avrà mai (Thiele, 1946), Angelo tra la folla (De Mitri e De Robertis, 1952), Prigione senza sbarre (Moguy, 1938), La corsara (De Cordova, 1950), La gang (Cromwell, 1951) e Pazzo d'amore (Gentilomo, 1942).
nel 1953
Il principe ladro (Maté, 1951), I cavalieri del nord ovest (Ford, 1949), Stella solitaria (Sherman, 1952), Il falco di Bagdad (Landers, 1951) e Pentimento (Costa, 1952).
nel 1954
La roccia di fuoco (Reis, 1951), Aida (Fracassi, 1953), Nervi d'acciaio (Sherman, 1952), Mizar (De Robertis, 1954), Il ritorno di Don Camillo (Duvivier, 1953), Seminole (Boetticher, 1953), Appassionatamente (Gentilomo, 1954) e il documentario Magia verde (Napolitano, 1953).
nel 1955
L'ammutinamento del Caine (Dmytryk, 1954, con Humprey Bogart), I figli dei moschettieri (L. Allen, 1952), Giulietta e Romeo (Castellani, 1954), Inferno bianco (Marton, 1952) La campana ha suonato (Dwan, 1954).
nel 1956
La vendetta di Montecristo (Vernay, 1954) e La frontiera indomita (Fregonese, 1952), La grande speranza (Coletti, 1955), Cuore di mamma (Capuano, 1954), La vendetta di Kociss (Castle, 1954), Non c'è amore più grande (Bianchi, 1955), Cavalcata ad ovest (Carlson, 1954), Zingaro (Marton, 1954) e Amici per la pelle (Rossi, 1955).
nel 1957
La mia vita comincia in Malesia (Lee, 1956), Porto Africa (Maté, 1956), Piccola santa (Bianchi Montero, 1954), La riva della paura (Crump, 1956), e Furia indiana (Sherman, 1955).
nel 1958
Davy Crockett e i pirati del fiume (Foster, 1956), Lilli e il vagabondo (Geronimi, Jackson e Luske, 1955, cartoni Disney) e I rivoltosi di Boston (Stevenson, 1957).
nel 1959
Il forte delle amazzoni (Marshall, 1957), Capitan Cina (Foster, 1950), Il compagno B (Marshall e Mc Carey, 1932, con Stan Laurel e Oliver Hardy), Il pirata dello sparviero nero (Grieco, 1958), Il conquistatore dei Mongoli (Ptushko, 1958) e La carica dei seicento (Curtiz, 1936).
nel 1960
Passo Oregon (Landres, 1957), I prepotenti (Amendola, 1958), Cole il fuorilegge (Springsteen, 1958), I battellieri del Volga (Tourjansky, 1959), La trappola degli indiani (Warren, 1951), La muta di Portici (Ansoldi, 1952).
nel 1961
La baia dei pirati (Gilling, 1961), La grande s...parata (Thomas, 1958).
nel 1962
Goliath contro i giganti (Malatesta, 1961), Tarzan l'uomo scimmia (Van Dyke, 1932), L'ultimo dei Comanches (Sholem, 1953), Passaggio a Hong Kong (Gilbert, 1959), La vendetta dei moschettieri (Borderie, 1961), Obiettivo Butterfly (Milland, 1958) e 800 leghe sull'Amazzonia (Crane, 1960).
nel 1963
Lo sceicco rosso (Cerchio, 1963), I sette gladiatori (Lazaga, 1962), Il grande gaucho (Tourneur, 1952), Duello a San Antonio (Butler, 1945), Pancho Villa (Rodríguez, 1957) e Il mattatore di Hollywood (Lewis, 1961).
nel 1964
Il colpo segreto di D'Artagnan (Marcellini, 1962), Il principe dei vichinghi (Ringarro, 1960), I soliti ignoti (Monicelli, 1958), Goliath e la schiava ribelle (Caiano, 1963), Nick Carter non perdona (Decoin, 1964) e Il ladro del re (Leonard, 1955).
nel 1965
Sherlocko investigatore sciocco (Tashlin, 1962, con Jerry Lewis), Sandokan, la tigre di Mompracem (Lenzi, 1963), I tre soldati (Garnett, 1951), Joe Mitra (Deville, 1964), Uccidete agente segreto 777 - stop (Cloche, 1964), Spionaggio a Tokyo (Breen, 1957) e Le spie uccidono a Beirut (L. Martino, 1965)
nel 1966
Due mafiosi contro Goldginger (Simonelli, 1965), Tharus figlio di Attila (Bianchi Montero, 1962), L'uomo che viene da Canyon City (Balcázar, 1965), Agente Jo Walker operazione estremo oriente (Parolini, 1966), Uccidete Johnny Ringo (Baldanello, 1966), James Tont operazione D.U.E. (Corbucci, 1965), e Aquile nell'infinito (Mann, 1955).
nel 1967
Kindar l'invulnerabile (Civirani, 1965), Il gioco delle spie (Bianchini, 1966), OSS 117 a Tokio si muore (Boisrond, 1966) e Tecnica per un massacro (Bianchi Montero, 1967).
nel 1968
Viva Gringo (Marischka, 1965).
Il cinema Pellico si ritrova, negli anni sessanta, ad essere una sala a metà strada tra la parrocchiale e la terza visione, in un marasma di cinema che propongono film minori, con pellicole sempre più sfruttate e di poco valore; inoltre l'immediata vicinanza del cinema Diamante (li separa solo un hotel), dotato di una programmazione più interessante (vedi), causa un’ulteriore perdita di pubblico. Preso atto che gli incassi calano e che c'è poco interesse a continuare l'attività, il Pellico chiude già nel marzo del 1968.
Gli spazi del locale e della saletta sotterranea, nel 1969-70 sono soggetti a lavori di ristrutturazione e vengono occupati da una palestra nel corso del 1970. Attualmente ospitano un asilo infantile gestito dalle suore. Le entrate su via Filzi sono state murate ma ne rimane traccia (vedi foto).

 

Al momento non siamo ancora riusciti a trovare una foto d’epoca del cinema Pellico in attività.
Invitiamo tutti i visitatori del sito, cinefili, storici, milanesi, navigatori, curiosi ad aiutarci nella ricerca

 

Chiesa di San Gioachimo con l'edificio del futuro cinema nel 1900   
 
(per gentile concessione di Willy Salveghi)                                                                 foto 1foto 2

Chiesa di San Gioachimo con l'edificio del cinema nel 1910
(per gentile concessione di Willy Salveghi)                                                                   foto 1 foto 2

Ponte ferroviario e chiesa nello sfondo negli anni venti                             foto

Chiesa di San Gioachimo senza il ponte ferroviario intorno al 1935
(per gentile concessione di Willy Salveghi)                                                                   foto

Vista aerea di via Filzi nel 1958 (per gentile concessione di Marco Ferrari)
Si vedono gli stabili del Pellico e del Diamante                                                  
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Vista aerea di Milano nel 1965
Si vede lo stabile del Pellico                                                                             foto 1 - foto 2

Chiesa di San Gioachimo negli anni ottanta (per gentile conces. di Willy Salveghi)   foto

Chiesa di San Gioachimo dall'alto (1992) - dal film Clandestini nella città
(M.Bivona, 1992
- su gentile segnalazione di Willy Salveghi)                                          foto

Il cinema Pellico trasformato in palestra all'inizio del 1970
(per gentile concessione di Willy Salveghi)                                                                   foto 1foto 2

Ricostruzione della piantina del cinema
(a cura di Romolo Panzetti e Marco Ferrari)                                                    immagine

Medesimo spazio urbano nell’aprile 2011
La facciata                                                                                                      foto
L’edificio verso Porta Nuova                                                                          
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L’edificio verso la Stazione Centrale                                                               
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Le ex uscite di sicurezza nel cortile interno
(per gentile concessione di Willy Salveghi)     foto
La scala che conduceva al salone parrocchiale
(per gentile conces. di Willy Salveghi)   foto

Vista aerea dell’ex cinema Pellico (e dell’ex Diamante) nel 2010                foto

Manifesti del cinema Pellico: (fonte: Cineteca Italiana –  www.lombardiabeniculturali.it
1927
Risa e lacrime napoletane – 3-4 ott.                                                             
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1928
California: dolce terra! – 24-29 sett.                                                            
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Marinai per forza! – 20-22 mag.                                                                   
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L'aiutante di bandiera - 5-6 nov.                                                                  
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I due derelitti - 9-13 nov.                                                                               
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1929
L'allegro fante - 19-21 mag.                                                                        
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1930
Il processo Bellamy  - 15-18 mag.                                                                
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Il mago / Mammina - 26-27 mag.                                                                 immagine

Don Giuseppe Croci, fondatore del cinema in una foto degli anni venti
(per gentile concessione di Willy Salveghi)                                                                   foto

Articolo relativo alla sala cinematografica (da un bollettino parrocchiale del 1910)
(per gentile concessione di Willy Salveghi)                                                                   immagine

Mappa di Milano (via Filzi)
Posizione dei cinema                                                                                     
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Si ringraziano Romolo Panzetti, la Sig.ra Elisa Scotti e il personale della parrocchia di San Gioachimo per l'aiuto fornito

 

 

Si invitano i numerosi giornalisti e lettori che utilizzano i testi del sito
(spesso con semplici copia/incolla) a citare la fonte