testo scritto in collaborazione con Marco Ferrari
Nel 1924 al civico 80 di via Pellegrino Rossi, nel quartiere di Affori (un ex comune della cerchia metropolitana, accorpato a Milano, con altri, nel 1923) viene inaugurato il
cinema Centrale. La piccola sala, soprannominata Centralino, rimane attiva con questo nome fino al dopoguerra. Il locale passa al sonoro intorno al 1932, come ricordano i manifesti tipografici del periodo su cui si
legge, a volte, “film sonoro parlato in italiano”. Ciononostante, anche dopo quella data, il Centrale programma spesso film muti degli anni venti. Tra le pellicole ospitate nella sala ricordiamo nel 1930: La vestale del Gange (t.o. La vestale du Gange, A. Hugon, 1927),
nel 1932: Il suo bambino (t.o. Jhr Junge, F. Feher, 1931), La danzatrice di corda (t.o. Katherine Knie, K. Grune, 1929), L’ultima compagnia (t.o. Die letzte Kompanie, C. Bernhardt, 1931); La
figlia del pescecane (t.o. Fraullein Raffke, R. Eichberg 1923); L'ammaliatrice o La via senza gioia (t.o. Die freudlose gasse, Pabst, 1925 con Greta Garbo; uscito in Italia nel 1931), La casa di legno (t.o. Linda, D. Davenport, 1929), L’albergo dei miliardari (H. Piel, 1928); L’avventuriero senza paura (H. Piel, 1929)
nel 1933: La donna e l’amore (A. Hale, 1926), La carica dei gauchos (A. Kelley, 1928), Le tre passioni (t.o. The Three Passions, R. Ingram, 1928), Anita (A. De Benedetti, 1929), Rapsodia ungherese (H. Schwartz, 1928), Vecchia Russia (Eichberg, 1927), La sinfonia patetica (t.o. La
symphonie patéthique, M. Nalpas, 1928), La pupilla di Rothschild (t.o. Die Lachende grille, F. Zelnick, 1925), Rosita (Lubitsch, 1923)
Intorno al 1950 il locale si trasforma nel cinema Astro:
si tratta della sala cinematografica ubicata più a nord nella mappa di Milano per quanto riguarda l’area Affori-Bovisa, che annovera anche Alfieri, Perla e Vox. Il nuovo nome del locale, evocante fantasie spaziali e viaggi interstellari, appare quantomai appropriato per un cinema.
La sala ha una capienza di 700 posti e viene classificata tra le terze visioni; l’offerta cinematografica - che alterna pellicole d’intrattenimento popolari di secondo ordine a film d’avventura già sfruttati dai
circuiti di prima e seconda visione - è rivolta al pubblico del quartiere, con una presenza pressoché nulla di annunci (tamburini o flani) sui quotidiani. Interessante a tal proposito notare la lunga tenitura de Il bandolero stanco (Cerchio, 1952 con Renato Rascel), che resta in cartellone per tutto il mese di dicembre 1953.
Tra le pellicole più interessanti proiettate all’Astro ricordiamo: nel 1953: La dinastia dell’odio (Karlson, 1951), Il microfono è vostro (Bennati, 1952), La valle del destino (Garnett, 1945), Un giorno a New York (Kelly e Donen, 1949), Il corsaro dell’isola verde (Siodmak, 1952 con Burt Lancaster), Le furie (A. Mann, 1950), Il bandolero stanco (Cerchio, 1952 con Renato Rascel)
nel 1954: Gli uomini che mascalzoni! (Pellegrini, 1953), Gonne al vento (Lanfield, 1952), Salvate il re (Karlson, 1952), Menzogna (Del Colle, 1952), L’ultimo fuorilegge (Boetticher, 1951), La
spada di Damasco (Juran, 1953), Il magnifico scherzo (Hawks, 1952 con Cary Grant e Marilyn Monroe) nel 1955: Casa Ricordi (Gallone, 1954), La corda d’acciaio (Borghesio, 1953), Yankee Pascià (Pevney, 1954), F.B.I. – Divisione Criminale (Borderle, 1953), Duello al sole (Vidor, 1946 con Gregory Peck e Jennifer Jones), Schiavi di Babilonia (Castle, 1953)
nel 1956: Operazione mitra (Cristallini, 1954), Zingaro (Marten, 1954), Il mio corpo ti appartiene ovvero Uomini (Zinnemann, 1950), L’ultima volta che vidi Parigi (Brooks, 1954), La frustata (Sturges, 1956), Ragazze d’oggi (Zampa, 1955)
nel 1957: L’avventuriero di Burma (Dwan, 1955), Addio sogni di gloria (G. Vari, 1955), Alessandro il Grande (Rossen, 1956), Piangerò domani (Mann, 1955), Le avventure di Hajji Baba (Weis, 1954)
nel 1958: L’isola nel sole (Rossen, 1957), All’alba del gran giorno (Tourneur, 1956), L’ultima carovana (Daves, 1956), La sfida (Rosi, 1958) nel 1959: Addio alle armi (C. Vidor, 1957), Bravados (King, 1958), Carmen Jones (Preminger, 1954), Tre
americani a Parigi (Quine, 1954), Ercole e la regina di Lidia (Francisci, 1959), I battellieri del Volga (Genoino, 1958), All’ombra della ghigliottina (Hurst, 1957), La mia terra (H. King, 1959)
nel 1960: La gatta sul tetto che scotta (R. Brooks, 1958), Orgoglioso ribelle (Curtiz, 1958), La figlia del Corsaro Nero (Soldati, 1952), Tu che ne dici? (Amadio, 1960), Imputazione omicidio (Curtiz, 1959), Ercole alla conquista di Atlantide (Cottafavi, 1961)
nel 1961: Sull’orlo dell’abisso (Siegel, 1960), Il gobbo (Lizzani, 1960), Prima dell'uragano (Walsh, 1955), I magnifici sette (Sturges, 1960) nel 1962: Viva l’Italia! (Rossellini, 1960), Pugni, pupe e pepite (Hathaway, 1960 con John Wayne), Diciottenni al sole (Mastrocinque, 1962), Tre contro tutti (Sturges, 1962)
nel 1963: L’affittacamere (Quine, 1962), I sette gladiatori (Lazaga, 1962), I bolidi (Forlong, 1961), L'erede di Al Capone (Pevney, 1961) L’Astro
cessa l’attività nell’autunno del 1963.
Dopo circa due anni di chiusura, nell’autunno del 1965, il locale riapre con un nuovo nome: Piccadilly. In questo lasso di tempo il vecchio edificio è
stato abbattuto ed è sorto l’attuale, moderno condominio. Rispetto all’Astro, la capienza viene incrementata di 200 posti (arriva a 900 posti). La scelta del nome - che richiama un quartiere famoso della città di Londra, con
omonime piazza e via – si riallaccia alla tendenza in corso in quel periodo in cui molti cinema di zona cercavano di rilanciare la propria immagine, abbandonando la connotazione di sala di quartiere a vantaggio di una
suggestione maggiormente internazionale. Nella programmazione del locale passano tutti i sotto generi popolari di successo degli anni sessanta e settanta: western-spaghetti, poliziottesco, documentario-scabroso, invasione di
mostri. A partire dal 1970 si nota un netto miglioramneto nella scelta delle pellicole: compaiono infatti film di valore firmati da Verneuil, Leone, Kubrick, Pietrangeli, De Sica, Damiani, Lizzani, Bolognini, Clement ed
altri. A partire dall’agosto 1973 il Piccadilly viene promosso tra le seconde visioni e la programmazione migliora ulteriormente, sia come qualità, sia come tempi di sfruttamento rispetto alla prima uscita su piazza. Nel
1977, il FAC (Film d'Arte e Cultura), l'associazione culturale facente capo all'AGIS Lombardia, porta avanti un'iniziativa volta a promuovere la programmazione dei film d'autore nelle sale della periferia milanese, con il
coinvolgimento dei cittadini stessi nella scelta delle pellicole. La prima iniziativa pilota viene realizzata al Perla (*): l'iniziativa ha un buon successo, al punto che nei mesi seguenti altre sale cittadine aderiscono alla
proposta del FAC: oltre al Piccadilly, Gardenia, Embassy, Mexico, Derby, Boston e Rossini. Tra le pellicole più interessanti proiettate al Piccadilly ricordiamo: nel 1965: Taggart 5000 dollari vivo o morto (Springsteen, 1964), Agente S3S operazione uranio (Cardone, 1965), Sette uomini d’oro (Vicario, 1965)
nel 1966: All’ombra di una colt (Grimaldi, 1965), Gli eroi di Telemark (Mann, 1965), Agente 066 Orient Express (Taniguchi, 1965), La caccia (Penn, 1966 con Marlon Brando), Quo Vadis?(LeRoy, 1951), Johnny Yuma (Guerrieri, 1966), My fair lady
(Cukor, 1964) nel 1967: Un avventuriero a Tahiti (Becker, 1966), Lilly e il Vagabondo (Geronimi, Jackson e Luske, 1955 cartoni animati Disney), Addio Lara ovvero Tempesta su Pietroburgo (Hossein, 1967), Non
c’è posto per i vigliacchi (C. Nyby, 1967) nel 1968: Due per la strada (Donen, 1966), Via dalla pazza folla (Schlesinger, 1967 con Julie Christie), La battaglia di Alamo (di e con John Wayne, 1960), Nemici… per la pelle (LaPatellière, 1968 con Jean Gabin e Louis De Funes), Il cervello da un miliardo di dollari (Russell, 1967),
nel 1969: Il suo nome gridava vendetta (Caiano, 1968), Tenderly (Brusati, 1968), La signora nel cemento (Douglas, 1968), C’era una volta il West (Leone, 1968 con Henry Fonda), Le
pistole dei magnifici sette (Wendkos, 1969), Ben Hur (Wyler, 1959, con Charlton Heston), Barbagia – La società del malessere (Lizzani, 1969), Che! (Fleischer, 1969) nel 1970: Il Prof. Dott. Guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue (Salce, 1969), Orgasmo (Lenzi, 169), Una su 13 (Gessner, 1969), Doppia immagine nello spazio (Parrish, 1968), Metti una sera a cena (Patroni Griffi, 1969), Un colpo all’italiana (Collinson, 1969 con Michael Caine), La colomba non deve volare (Garrone, 1970), Il clan dei siciliani (Verneuil, 1969), Cerimonia segreta (Losey, 1968), Arrivano i titani (Tessari, 1962), Cuori solitari (Giraldi, 1970), La parmigiana (Pietrangeli, 1963), Quien Sabe ? (Damiani, 1966 con G.M. Volonté), Fanny
Hill (R. Meyer, 1964), Il trapianto (S. Vanzina, 1970), I girasoli (V. De Sica, 1970), Dal nostro inviato a Copenhagen (Cavallone, 1970), L’uomo venuto dalla pioggia (Clement, 1970)
nel 1971: L’idea fissa (Puccini e Guerini, 1964), Base artica Zebra (Sturges, 1968), Lo chiamavano Trinità…(E. Barboni, 1970), Uno sporco contratto (Pogostin, 1969), L’ultimo omicidio (Nelson, 1965), Festa per il compleanno del caro amico Harold (Friedkin, 1970), L’assoluto naturale (Bolognini, 1969), La vendetta è un piatto che si serve freddo (Squitieri, 1971), Gli spericolati (Ritchie, 1969)
nel 1972: La tarantola dal ventre nero (Cavara, 1971), Gli scassinatori (Verneuil, 1971), Amico stammi lontano almeno un palmo (M. Lupo, 1972), Unico indizio una sciarpa gialla (Clémént, 1971), I
segreti delle città più nude del mondo (Martino, 1971), La via del rhum (Enrico, 1971), I tre moschettieri (Bordèrie, 1961), Prega il morto e ammazza il vivo (G. Vari, 1971), Questa specie d’amore (Bevilacqua, 1972), Gli aristogatti (Reitherman, 1970 cartoni animati Disney), L’udienza (Ferreri, 1972), Il ladro di Bagdad (B. Vailati 1961), Il dottor Zivago (Lean, 1965), I cowboys (Rydell, 1972 con John Wayne), Sacco e Vanzetti (Montaldo, 1971)
nel 1973: Un tram che si chiama desiderio (Kazan, 1951), Gatti sorci...e fantasia (Freleng, 1964 cartoni animati), Luci della città (Chaplin, 1931), La Calandria (Festa Campanile, 1972), Il
rosso segno della follia (Bava, 1969), Cari genitori (Salerno, 1973), Inchiesta pericolosa (Douglas, 1968), Serafino (Germi, 1970), Gli insospettabili (Mankiewicz, 1972) nel 1974: Troppo rischio per un uomo solo (Ercoli, 1973), Come
distruggere la reputazione del più grande agente segreto del mondo (De Broca, 1974 con Jean Paul Belmondo), Dieci piccoli indiani (Pollock, 1965) nel 1975: Agente 007: Thunderball - Operazione Tuono (Young, 1965), La poliziotta (Steno, 1974), Una
romantica donna inglese (Losey, 1975), Il portiere di notte (Cavani, 1974), I quattro dell’Apocalisse (Fulci, 1975), Il grande Gatsby (Clayton, 1973) nel 1976: Prima pagina (Wilder, 1974), Rollerball (Jewison, 1975), Il gatto, il topo, la paura, l’amore (Lelouch, 1975), I tre giorni del condor (Pollack, 1975), Fantozzi (Salce, 1975 con Paolo Villaggio), Il secondo tragico Fantozzi (Salce, 1976), Il comune senso del pudore (Sordi, 1976), L’affare
della sezione speciale (Costa-Gavras, 1975) nel 1977: Barry Lyndon (Kubrick, 1976), Suspiria (Argento, 1977), La corsa più pazza del mondo (Bail, 1976), Con la rabbia agli occhi (Margheriti, 1976), La legge del mitra (Corman, 1958), Venga
a prendere il caffè da noi (Lattuada, 1970) nel 1978: La collina degli stivali (Colizzi, 1969), Ecce bombo (Moretti, 1978), Mash (Altman, 1970), La mazzetta (S. Corbucci, 1978), Questo pazzo, pazzo, pazzo, pazzo mondo (Kramer, 1963)
nel 1979: Tornando a casa (Ashby, 1978), Bianco, rosso e... (Lattuada, 1972), Il mio nome è nessuno (Valerii, 1973), Mean Streets (Scorses, 1973) nel 1980: Apocalypse Now
(Coppola, 1979), L'uccello dalle piume di cristallo (Argento, 1970) nel 1981: Gli aristogatti (Reitherman, 1970, Disney), Anche gli angeli mangiano fagioli (Barboni, 1973), Il bambino e
il grande cacciatore (Collinson, 1980) Dal 1973 al 1976 la programmazione del Piccadilly è abbinata a quella dell’Alexander, mentre la gestione del cinema è curata dal sig. Oldani, il quale segue anche Alexander, Aramis
e Argo; questi si occuperà della sala fino alla sua chiusura, nei primi mesi del 1982. A quella data, il cinema Piccadilly ormai stretto nella morsa della crisi delle sale periferiche getta la spugna e cessa l’attività.
Nel biennio 1983-84 il locale riapre come teatro Nuovo Olimpia. La scelta del nome richiama lo storico teatro Olimpia di Largo Cairoli, operativo dagli anni venti agli anni quaranta.
Negli spazi dell’ex-cinema ora (2012) è presente un negozio di arredamento e tecnologia.
Il cinema Centrale intorno al 1930 (per gentile concessione di Raffaele Fioretto) foto*
Il cinema Centrale intorno al 1940 (su gentile segnalazione di Paolo Barison) foto 1 - foto 2*
Manifesti del cinema Centrale (fonte: Cineteca Italiana – www.lombardiabeniculturali.it) 1930: La vestale del Gange - dic immagine 1932: Il suo bambino - dic immagine L’albergo dei miliardari; L’avventuriero senza paura- dic immagine L’ultima compagnia immagine La danzatrice di corda immagine La figlia del pescecane; L'ammaliatrice o
La via senza gioia, La casa di legno immagine 1933: Rapsodia ungherese; Vecchia Russia - gen immagine La carica dei gauchos, Anita; La donna e l’amore; Le tre passioni - mar. immagine
L’uomo di ferro; La sinfonia patetica; La pupilla di Rothschild, Rosita - mag immagine
Disegno dello stabile con la nuova insegna (1965) (per gentile concessione di Silvia Giussani) immagine
L’ex cinema Piccadilly nel luglio 2008: La facciata foto 1 - foto 2
Lo stabile verso il centro cittadino foto
Lo stabile verso la periferia foto
L’ex cinema Piccadilly nel marzo 2008: L’ex-ingresso del cinema (per gentile concessione di Willy Salveghi) foto
Annunci pubblicitari su quotidiani Troppo rischio per un uomo solo- tamb. 1974 (per gentile conces. di Willy Salveghi) immagine
Vista aerea dell’ex cinema nel 2010 immagine
Mappa di Milano (Bovisa)
Posizione del cinema immagine
si ringraziano Raffaele Fioretto, Nadia Tapparelli e Willy Salveghi per le informazioni fornite
* l’asterisco segnala foto o materiale di particolare interesse
scheda creata nel giu. 2011; ultimo aggiornamento: mag. 2016
Si invitano i numerosi giornalisti e lettori che utilizzano i testi del sito (spesso con semplici copia/incolla) a citare la fonte
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