testo scritto in collaborazione con Marco Ferrari
Nel 1914 al civico 21 di via Torino, nell’allora Palazzo del Commercio, apre i battenti il cinema Ambrosio; la sala è di proprietà dell’Ambrosio Film e viene
intitolata al titolare, Arturo Ambrosio, regista e produttore, pioniere del cinema muto che operò soprattutto a Torino. Il suo nome è legato soprattutto alla produzione delle due edizioni (1908 e 1913) de Gli ultimi giorni di Pompei.
Tra le pellicole più interessanti proiettate all’Ambrosio ricordiamo nel 1914: Fantomas (quinta serie; Le faux magistrat, L. Feuillade, 1914), Delenda Carthago (Maggi, 1914), Il
dottor Antonio (E. Rodolfi, 1914)
Dal 1° novembre 1915 la sala (450 posti), ora parte del nuovo stabile detto Palazzo del Commercio (1915; vedi foto), cambia proprietario e anche nome, diventando il cinema
Modernissimo: si tratta di una sala di prima visione, caratterizzata da una programmazione attenta alla qualità. Per l’inaugurazione viene scelto il film Nella fornace (Oxilia, 1915), con Francesca Bertini. Sporadicamente il locale offre anche spettacoli teatrali come nel caso del Macbeth interpretato da Ruggero Ruggeri (settembre 1916). Si tratta di uno spettacolo che girava le piazze italiane in quell’anno e di cui troviamo recensione (riferita alla recita torinese) negli scritti di Gramsci. Negli anni quaranta il locale sperimenta anche l’apertura alle ore 13:30.
I bombardamenti dell’agosto 1943 danneggiano lo stabile che ospita il Modernissimo (soprattutto la facciata su via Unione; vedi foto); la sala rimane chiusa qualche mese ma già alla fine del 1943 riprende la regolare
programmazione. Intorno al 1947 lo stabile, pur rimanendo immutato nella struttura, viene completamente ristrutturato (per ovviare ai danni del recente bombardamento) e assume un aspetto geometrico e razionalistico (vedi foto)
Tra le pellicole più interessanti proiettate nel locale ricordiamo nel 1916 Hilka la danzatrice (Campogalliani, 1916) nel 1918 Emir cavallo da circo (L. d’Ambra, 1917)
nel 1919 Pinocchio (G. Antamoro, 1911), Ciceruacchio (E. Ghione, 1915), Il cadavere accusatore (Guarino, 1917), La piccola principessa (t.or. Little Princess, M. Neilan, 1917), Kim, Kip e Kop. I vincitori della morte (P. Gariazzo, 1919), Il tenente del 9° lancieri (C. Campogalliani, 1917), Passione
gitana (U. Paradisi, 1918), Supremo olocausto (A. Borgato, 1918), Rimpianto (E. Notari, 1918), Sopra un notturno di Chopin (G. Vidali, 1919), Maciste innamorato (L. Borgnetto, 1919), L’invidia (E. Bencivenga, 1919), Nel cuore di Roma (E. Bencivenga, 1919), Per una lacrima (G. Vidali, 1919), Casa di bambola (F. Mari, 1919), Vertigine (B. Negroni, 1919), ...
la bocca mi baciò tutto tremante! (U. Del Colle, 1919) nel 1920 Il figlio dell’amore (E. Ghione, 1916), Marta (t.or. Marthe, G. Roudes 1919), Noris (E. Perego, 1919), Il campanaro della cattedrale (A. Giovannetti, 1920), La casa di vetro (G. Righelli, 1920), Terra (E. Testa, 1920), Il tempio del sacrificio (L. Mele, 1920)
nel 1921 La cintura delle amazzoni (M. Guaita, 1920), La perla insanguinata (G. Bonetti, 1920), Le stelle di Damasco (t.or Der Stern von Damaskus, M. Curtiz 1920), Madame l’Ambassadrice (E.
Geymonat, 1921), Senza pietà (E. Ghione, 1921) nel 1922 Cainà (L’isola e il continente) (G. Righelli, 1922), L’ombra di un trono (C. Gallone, 1921), L’ultima livrea (E. Ghione, 1922), Le due strade (Toddi, 1922), Tragedia di bambola (G. Forti 1922)
nel 1923-25 La valle della paura (t.or. The Valley of Fear, A. Butler 1916), Leda senza cigno (G. Antamoro, 1918), Il marchio rosso (C. Campogalliani, 1918), Il matrimonio di Olimpia (G. Zambuto, 1918), Il
medico delle pazze (M. Roncoroni, 1919), Martirio (t.or. Das Martyrium, P. Stein, 1920), Elisabetta d’Austria (t.or Kaiserin Elisabeth von Osterreich, R. Raffé 1921), La regina di Saba (t.or. The Queen of Sheba, J. Edwards 1921), Lo sceicco (t.or. The Sheik, D. Melford, 1921), I
quattro cavalieri dell’Apocalisse (t. or. The Four Horsemen of the Apocalypse, R. Ingram 1921), Il controllore dei vagoni-letto (M. Almirante, 1922; ried.), Rabagas (G. Ravel, 1922), Sodoma e
Gomorra (t. or. Sodom und Gomorrha, M. Curtiz 1922), Il controllore dei vagoni-letto (M. Almirante, 1922), Una favola di La Fontaine (L. D’Ambra, 1922), Idillio tragico (G. Ravel, 1922), La tormenta (C. Gallone, 1922), L’ospite sconosciuta (T. Ruggeri, 1923), Le due catene (E. Ghione, 1923) Largo alle donne (G. Brignone, 1924)
nel 1929 La lega delle mogli oppresse (t.o. Die Frau von Gestern und Morgen, H. Paul 1928) Dal lungo elenco di titoli si evince la preferenza accordata alla produzione filmica italiana da parte
della gestione del cinema Modernissimo. Nei manifesti tipografici prevalgono i rossi e i blu ovvero i colori delle bandiere francesi, inglesi e americane (gli alleati dell’Italia nella grande guerra), estremamente popolari in
quegli anni. A partire dagli anni trenta il cinema Modernissimo perde importanza e diviene una sala di seconda visione. Tra le molte centinaia di film programmati in questa fase ricordiamo Femmine dal mare (Frank Capra e Irvin Willat, 1928) e Le sette aquile (Fitzmaurice, 1928 con Gary Cooper) nel 1930, La modella (Brown 1931, con Greta Garbo) e Trader Horn (Van Dyke, 1931) nel 1932, Quo
vadis?(D’Annunzio e Jacoby, 1925) e Angeli senza paradiso (Forst, 1933) nel 1934, Passaporto rosso (Frignone, 1935) e La vedova allegra (Lubitsch, 1934) nel 1936, Infedeltà (Wyler, 1936 con David Niven) nel 1938, Il sergente di ferro (Bolesawski, 1935) e La regina di Broadway (Seiter, 1935 con Ginger Rogers) nel 1939, Sei bambine e il Perseo (Forzano, 1940), Il piccolo alpino (Biancoli, 1940) nel 1941,
nel 1942 Il giardino dell’oblio (noto anche come Il giardino di Allah; Bolesawski, 1936 con Marlene Dietrich), La cena delle beffe (Blasetti, 1942), Se io fossi onesto (Bragaglia, 1942) e Scampolo (Malasomma, 1941)
nel 1943 I pagliacci (Fatigati, 1943), Giorni felici (Franciolini, 1942) e Il porto delle nebbie (Carné, 1938) nel 1944 Non mi muovo (Simonelli, 1943), La casa del peccato (Neufeld, 1938), La vita è bella (Bragaglia, 1943)
nel 1945 Il figlio conteso (Ludwig, 1935) L’amante nell’ombra (Sjöström, 1941), I bambini ci guardano (De Sica, 1943) e Notte di nozze (Vidor, 1935) Il figlio dello sceicco (Fitzmaurice, 1926) e Angeli del peccato (Hecht, 1940) nel 1947, Il
prigioniero (Hathaway, 1940) nel 1948, nel 1949 Agguato sul fondo (Mayo, 1943), Cielo Giallo (Wellman, 1948), Scarpette rosse (Powell, Presburger, 1948) La rosa nera (Hathaway, 1950) nel 1950, Le campane di Santa Maria (McCarey, 1945) nel 1951, I
racconti di Hoffmann (Powell e Pressburger, 1951) e Viva Zapata (Kazan, 1952) nel 1952, Il cacciatore del Missouri (Wellman, 1951) nel 1953, nel 1954 La tunica (Koster, 1953), Non è mai troppo tardi (Ratti, 1953), Pane, Amore e Fantasia (Comencini, 1953) e Come sposare un milionario (Negulesco, 1953)
nel 1955 La contessa scalza (Mankiewicz, 1954), Fuoco Verde (Marton, 1954) e 7 spose per 7 fratelli (Donen, 1954) nel 1956 Pane, amore e… (Risi, 1955), I diabolici (Clouzot, 1955), 20.000 leghe sotto i mari (Fleischer, 1954) e Nodo alla Gola (Hitchcock, 1948)
nel 1957 Foglie d’autunno (Aldrich, 1956), Baby Doll (Kazan, 1956) e Un solo grande amore (Sidney) nel 1957, nel 1958 Indiscreto (Donen, 1958), Non voglio morire (Wise, 1958), Les girls (Cukor, 1957), Ladro
lui ladra lei (Zampa, 1958), Quando volano le cicogne (Kalatozov, 1957), Quel treno per Yuma (Daves, 1957) nel 1959 Il tesoro della Sierra madre (Huston, 1948), Al Capone (Wilson, 1959), Il vizio e la notte (Grangier,
1958) e Hiroshima Mon Amour (Resnais) La strada dei quartieri alti (Clayton, 1959) e Napoleone ad Austerlitz (Gance) nel 1960, nel 1961 Il Grande Impostore (Mulligan, 1960), I sette samurai (Kurosawa, 1954), Rapina a mano armata (Kubrick, 1956) e Il diabolico dr. Mabuse (Lang, 1960)
Nel dicembre 1961 la sala riapre in una veste nuova, passa tra le prime visioni e cambia nome in Ritz
. Sull’onda del successo della Nouvelle Vague e dei film d’autore in generale, il Ritz si specializza nella programmazione di qualità, accentuando un orientamento già presente con il Modernissimo: il locale è tra le prime
sale italiane - e la seconda a Milano (dopo l’Arti) - a fregiarsi del titolo di cinema d’essai. Si tratta di una sala da 320 posti costituita da sola platea. Le uscite di sicurezza si affacciano su via Unione. Dalla
fine degli anni sessanta, la gestione è della società Marchesi/Incisa di Genova, che a Milano controlla anche Capitol e l’adiacente Vip. La programmazione del Ritz d’essai riscuote un buon successo negli anni sessanta e
all’inizio degli anni settanta; ad esempio Gangster Story resta in cartellone per oltre cinque mesi, dall’autunno 1967 alla primavera 1968 e Il Decameron (Pasolini, 1971) in cartellone per ben otto mesi nel 1972.
In particolare la sala si specializza nei film d’autore di quel nuovo cinema americano di contestazione iniziato con Gangster Story e Easy Rider. Nella prima metà degli anni settanta il locale ospita infatti Alice’s restaurant, L’impossibilità di essere normale, Cinque pezzi facili,
Poi però le presenze iniziano a calare, forse anche a causa della crescente concentrazione dello stesso tipo di offerta nella zona: anche il Rubino in via Torino 61 e l’Orchidea in via Terraggio 3 sono nel frattempo passati
alla programmazione d’essai. Nel 1974 il cinema chiude per ristrutturazione: rimane chiuso per circa un anno e riapre nel 1975. La seconda metà degli anni settanta procede con discreti incassi, che però vanno via via
calando sul finire del decennio causa la crescente concorrenza delle tv private. La situazione si aggrava – per il Ritz come per molte altre sale milanesi esterne al perimetro della “piccola Broadway” di corso Vittorio Emanuele
- all’inizio degli anni ottanta. Tra le pellicole più interessanti proiettate al Ritz ricordiamo: nel 1962 Ombre (Cassavetes, 1960), El cochecito (Ferreri, 1960), Mamma Roma (Pasolini, 1962), Leoni
al sole (Caprioli, 1961), Jules e Jim (Truffaut, 1962), nel 1963 Viridiana (Bunuel, 1961), 81/2 (Fellini, 1963), Fuoco fatuo (Malle, 1963), Tom Jones (Richardson, 1963), Una maniera di amare (Schlesinger, 1962) nel 1964 Il Vangelo secondo Matteo (Pasolini, 1964), Luci della ribalta (Chaplin, 1958; ried.), Il servo (Losey, 1963)
nel 1965 Sfida Infernale (Ford, 1946), Non tutti ce l’hanno (Lester, 1965) e Ipcress (Furie, 1965) nel 1966 Un uomo, una donna (Lelouch, 1966) e Il caro estinto (Richardson, 1965)
nel 1967 La guerra è finita (Resnais, 1966), Una donna sposata (Godard, 1964) e Cul de sac (Polanski, 1966) nel 1968 L’armata a cavallo (Jancso, 1967), Gangster Story (Penn, 1967) e Partner (Bertolucci, 1968)
nel 1969 La via lattea (Bunuel, 1969), Cuore di mamma (Samperi, 1969), Toh! è morta la nonna (Monicelli, 1969), I due mondi di Charlie (Nelson 1968), Il disertore e i nomadi (Jakubisko, 1968), Scacco
alla regina (Festa Campanile, 1969) nel 1970 Easy Rider (Hopper, 1969; tiene cartellone per 3 mesi), Al di là di ogni ragionevole dubbio (Furie, 1968), Lettera aperta a un giornale della sera (Maselli, 1970), Il rito (Bergman, 1969), Il
compromesso (Kazan, 1969), L’impossibilità di essere normale (Rush, 1970), Il silenzio si paga con la vita (Wyler, 1970), Alice’s Restaurant (Penn, 1969) nel 1971 Cinque pezzi facili (Rafelson, con Jack Nicholson),
Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (Petri, 1970 con Gian Maria Volontè), Sacco e Vanzetti (Montaldo, 1971) e Il padrone di casa (Ashby, 1970) nel 1972 L’attentato (Boisset, 1972), Il Decameron (Pasolini, 1971), Un tranquillo weekend di paura (Boorman, 1972), Il braccio violento della legge (Friedkin, 1971) e Macbeth (Polanski, 1972),
nel 1973 Crepa padrone, tutto va bene (Godard, 1972), I racconti di Canterbury (Pasolini, 1972), Gli insospettabili (Mankiewicz, 1972), Un uomo, una donna (Lelouch, 1965; ried.), L’amante (Sautet, 1969; ried.),
nel 1975 Detective Harper: acqua alla gola (Rosenberg, 1975), Attenti al buffone (Bevilacqua, 1975) nel 1976 Nashville (Altman, 1975), Piccoli Gangsters (Parker, 1976), Salò
o Le centoventi giornate di Sodoma (Pasolini, 1975), Colpita da improvviso benessere (Giraldi, 1976), Quattro mosche di velluto grigio (Argento, 1971; ried.) nel 1977 Wagon-Lits con omicidi (Hiller, 1976 con Gene Wilder), Salò o Le centoventi giornate di Sodoma (Pasolini, 1975; ried.) e
Io ho paura (Damiani, 1977) nel 1978 Una donna tutta sola (Mazursky, 1978), Via col vento (Fleming 1939- ried.), Giulia (Zinnemann, 1977) nel 1979 Fuga di mezzanotte (Parker, 1978), Amori miei (Steno, 1979)
Macabro (L. Bava, 1980), La città delle donne (Fellini, 1980) nel 1980 nel 1981 Oltre il giardino (Ashby, 1979), Sogni d’oro (Moretti, 1981) e Tenere cugine (Hamilton, 1980)
Una notte con vostro onore (Neame, 1981) e Scanners (Cronenberg, 1981) nel 1982. Nel 1980 la sala, non riuscendo più a garantire un sufficiente afflusso di pubblico, viene considerata meno importante da
parte dei distributori e subisce una dequalificazione: passa da “prime visioni” a “contemporanee prime visioni e proseguimenti”. Dall’autunno 1982 il Ritz, nell’estremo tentativo di sopravvivere alla crisi, diventa una sala
a luce rossa, con apertura alle ore 15 e ultimo spettacolo alle 22:30, ma questo non basta a salvarlo: il cinema chiude definitivamente nell’estate 1983. Al suo posto subentra un’agenzia della Banca Commerciale
Italiana, ora Intesa San Paolo. Attualmente l’ex-cabina di proiezione è stata trasformata nella stanza che ospita il CED (centro elaborazione dati) e gli altri impianti tecnologici dell’agenzia.
Programma del cinema Ambrosio Fantomas (quinta serie; Le faux magistrat; Feuillade, 1914) immagine
Pensilina del cinema Modernissimo intorno al 1940 foto
Manifesti tipografici del cinema Modernissimo (Cineteca Italiana – www.lombardiabeniculturali.it): 1918 Emir cavallo da circo immagine 1919 Pinocchio immagine Ciceruacchio immagine La piccola principessa immagine Il tenente del 9° lancieri immagine Kim, Kip e Kop. I vincitori della morte immagine Rimpianto immagine Passione gitana immagine Supremo olocausto immagine Sopra un notturno di Chopin immagine Maciste innamorato immagine Vertigine immagine ... la bocca mi baciò tutto tremante! immagine Nel cuore di Roma immagine Casa di bambola immagine Per una lacrima immagine 1920 Il figlio dell’amore immagine Marta immagine Noris immagine L’ultimo viaggio di Maciste immagine Terra immagine Il campanaro della cattedrale immagine La casa di vetro immagine Il tempio del sacrificio immagine 1921 La rosa di Cadice immagine La cintura delle amazzoni immagine La perla insanguinata immagine Le stelle di Damasco immagine Senza pietà immagine Madame l’Ambassadrice immagine 1922 L’ombra di un trono immagine Tragedia di bambola immagine Cainà (L’isola e il continente) immagine L’ultima livrea immagine Le due strade immagine 1923-25 La valle della paura immagine Il marchio rosso immagine Leda senza cigno immagine Il matrimonio di Olimpia immagine Il medico delle pazze immagine Martirio immagine I quattro cavalieri dell’Apocalisse immagine Lo sceicco immagine Elisabetta d’Austria immagine Il controllore dei vagoni-letto immagine Il controllore dei vagoni-letto (riedizione) immagine Una favola di La Fontaine immagine Sodoma e Gomorra immagine Rabagas immagine La tormenta immagine Idillio tragico immagine L’ospite sconosciuta immagine Le due catene immagine 1924-25 Largo alle donne immagine 1925 La regina di Saba – mar. immagine 1929 La lega delle mogli oppresse immagine
Cinema Modernissimo nel 1921(su gentile segnalazione di Willy Salveghi) foto 1 – foto 2*
Il palazzo del Commercio danneggiato dalle bombe (ago. 1943) foto*
Cinema Modernissimo nel 1954 (foto studio Sommariva, su gentile segnalazione di Willy Salveghi) foto 1 – foto 2*
Annunci pubblicitari su quotidiani del cinema Modernissimo: La tunica – tamburino, 18 nov. 1954 immagine Nodo alla Gola – 31 dic. 1956 immagine Un solo grande amore – 24 dic. 1957 immagine Non voglio morire – tamburino 31 gen. 1959 immagine Hiroshima Mon Amour – tamburino 31 dic. 1959 immagine
Spettacolo teatrale al cinema Modernissimo Macbeth (con R. Ruggeri) – 1 set. 1916 immagine
Tessere del cinema Modernissimo: tessera ingresso – anno 1941 (per gentile concessione di Willy Salveghi) immagine
Il cinema Ritz intorno al 20 marzo 1978 in cartellone c’è Via col vento; i manifesti con il nome di Aldo Moro
ricordano che il presidente della DC è prigioniero delle Brigate Rosse foto*
Il Vip e il Ritz nella seconda metà degli anni settanta Il film in programmazione al Vip è Zabriskie Point (Antonioni, 1970) foto*
Il Vip e il Ritz nel 1982 (per gentile concessione di Maurizio Colombini) foto*
L’ex cinema Ritz nel settembre 2007: ex-cinema Ritz – (per gentile concessione di Willy Salveghi) immagine
L’ex cinema Ritz nel settembre 2010 La facciata e il lato su via dell’Unione foto 1 – foto 2
L’ex cinema verso piazza Duomo foto
L’ex cinema verso il Carrobbio foto
Il retro dello stabile su via Falcone foto
Vista aerea dell’ex cinema Ritz nel 2010
foto
Piantina illustrativa della struttura del cinema Ritz (ricostruzione a cura di Marco Ferrari
– set 2010) immagine*
Annunci pubblicitari su quotidiani del cinema Ritz: Mamma Roma – 23 nov. 1962 immagine Tom Jones – 1 mar. 1964 immagine Il Vangelo secondo Matteo– 15 nov. 1964 immagine Il servo – 24 dic. 1964 immagine Un uomo, una donna – 30 ott. 1966
(per gentile concessione di Willy Salveghi) immagine Una donna sposata – 11 giu. 1967 immagine* Buttati, Bernardo! – 29 nov. 1967 immagine Easy Rider - 28 feb. 1970 immagine* Piccoli omicidi – 10 mag. 1972 immagine Un tranquillo weekend di paura - dic. 1972 immagine Crepa padrone tutto va bene - gen. 1973 immagine* Attenti al buffone – 28 dic. 1975 immagine* Salò o Le centoventi giornate di Sodoma - 10 gen. 1976 immagine* Una donna tutta sola – 27 ago. 1978 immagine Macabro – 19 ott. 1980 (per gentile concessione di Willy Salveghi) immagine
Articoli da giornali (per gentile concessione di Marco Ferrari) : “Molti locali ora chiusi per ferie rischiano di non riaprire mai più”
di Maurizio Porro Corriere della Sera, 14 lug. 1983 immagine
“Chiude il cinema Ritz occupato da una banca”,
Corriere della Sera, 8 dic. 1983 immagine
Cartoline e materiale promozionale (per gentile concessione di Willy Salveghi)
Cartolina del cinema Ritz d’essai (anni ’60) immagine
Biglietto del cinema Ritz (per gentile concessione di Marco Ferrari)
(1980) immagine
Mappa di Milano (via Torino)
Posizione del cinema immagine
Si ringrazia Willy Salveghi per il materiale e le notizie fornite
* l’asterisco segnala foto e materiale di particolare interesse
scheda creata nell’ott.2010; ultimo aggiornamento: feb.2019
si invitano i numerosi giornalisti e lettori che utilizzano i testi del sito (spesso con semplici copia/incolla) a citare la fonte
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