cinema Rossini

manifesto pubblicitario del 1933;
in programmazione Condannata (1931) di A. Dwan

testo scritto in collaborazione con Willy Salveghi

Nel 1905 nel quartiere di Musocco (fino al settembre 1923 un comune indipendente), piccolo centro dell'immediata periferia nord-occidentale milanese (oggi un quartiere posto a ridosso dell’autostrada A4 Venezia-Torino e situato nelle vicinanze dell’ospedale Sacco) - viene fondata la Società Cooperativa Edificatrice l'Avvenire. In via Mambretti, 25-27, tra il 1911 e il 1912, viene costruito un palazzo dallo stile vagamente Liberty per uso abitativo, nel cui cortile interno si sviluppa il Teatro del Popolo (circa 1000 posti tra platea e galleria), una struttura con ingresso al civico 25. Esso viene inaugurato domenica 17 marzo 1912 alle ore 15 con una presentazione alla cittadinanza alla presenza del deputato socialista on. Massimo Samoggia, e alle ore 20,30 con la rappresentazione del dramma sociale "In marcia" di Oreste Poggio. Gli spettacoli del teatro sono messi in scena direttamente dagli organizzatori, che, per l'occasione, divengono anche attori e registi; nonostante un sussidio di 300 lire annue versate dal comune di Musocco, l'impegno è grande e le spese per organizzare spettacoli si fanno troppo onerose: prima il locale viene affittato per feste danzanti, poi, nella primavera del 1914, l'Avvenire, su consiglio del direttore della Società Umanitaria Augusto Osimo, prende contatto con il Teatro del Popolo per l'installazione di un impianto per il cinematografo, ma l'esperimento non ha successo e, come conseguenza, lo sfortunato locale chiude nel 1915. Tra il marzo 1915 e il marzo 1919 il teatro è adibito prima a deposito per il grano, poi per le merci, e, allo scoppio della Grande Guerra, la Società Edificatrice lo mette a disposizione del Comune "in caso di bisogno per i feriti". La gestione viene quindi ceduta alla Sezione Socialista che lo riapre.

Intorno al 1925 il Teatro del Popolo diventa il cinema teatro Rossini. Il nome della sala riprende quello del noto compositore e completa il quadro dei cinque massimi autori di melodrammi dell’Ottocento (Rossini, Bellini, Donizetti, Verdi, e Puccini), tutti presenti nelle denominazioni di sale cinematografiche milanesi. Nel secondo dopoguerra il sensibile calo di interesse del grande pubblico per il teatro lirico porta ad una graduale scomparsa di queste titolazioni: negli anni cinquanta rimangono i cinema Rossini, Donizetti e Puccini; negli anni novanta il Donizetti è l’ultimo sopravvissuto. Oggi nessuno di questi cinque prestigiosi nomi rimanda a un cinema milanese.
Il locale diviene essenzialmente un cinematografo; la programmazione è rivolta al pubblico del quartiere e della campagna limitrofa; conseguentemente vi è una totale assenza di annunci (tamburini o flani) sui quotidiani.
La sala si propone come un cinema di quartiere di terza visione, e la pubblicità viene affidata all'affissione di manifesti tipografici in zona, che sottolineano i "prezzi popolarissimi", l' "ambiente distinto" e che il "locale è refrigerato a 20 gradi e illuminato a giorno".
La programmazione del cinema compare stabilmente sul Corriere della Sera solo a partire dall’autunno 1951.
Nel settembre del 1954 il Rossini, dopo una lunga e articolata trattativa tra la Cooperativa e i gestori della sala - finalizzata alla demolizione e completa ricostruzione - viene ampliato, utilizzando anche i vani occupati dal confinante Istituto Operaio. Nel corso degli anni e delle varie ristrutturazioni, i posti vengono dimezzati fino ai 500 dell'ultimo periodo.
Nei primi anni '70 il cinema si colloca tra le seconde visioni, per poi scivolare, nel 1972, tra le terze, con film secondari o pellicole già ampiamente sfruttate dai cinema più centrali. Nei ricordi degli abitanti del quartiere il cinema Rossini era chiamato "spua" perchè dalla galleria gli spettatori più indisciplinati sputavano in platea.
Il cinema ha in questi anni un'attività intermittente: a metà del 1972 il cinema chiude per un breve periodo per lavori di ristrutturazione per riaprire nel novembre dello stesso anno; anche nell'aprile 1973 il cinema sospende l'attività per riprendere un anno dopo.
La gestione e la programmazione passano a Luigi De Pedys che, solo a Milano, controlla o programma, in fasi diverse, molti cinema - Tiffany, Manzoni, Nuovo Arti, Alcione, Zara, Golden, Cristallo, Vox, Massimo, Alfieri, Majestic, Orfeo, Pasquirolo, Mediolanum, Cavour, Nuovo Orchidea, San Carlo, Ritz, Roxy, Adria, Corsica, Colosseo, Apollo e Splendor.
Il cinema Rossini affianca alle proiezioni cinematografiche diversi spettacoli teatrali, tra i quali "Pum, pum! Chi è? La polizia!" di Dario Fo, nel febbraio 1973.
Nel 1977 il FAC (Film d'Arte e Cultura), l'associazione culturale facente capo all'Agis Lombardia, nell’ambito dei tentativi per trovare nuove soluzioni di offerta per le sale periferiche, porta avanti un'iniziativa volta a promuovere la programmazione dei film d'autore con il coinvolgimento dei cittadini stessi nella scelta delle pellicole. La prima iniziativa pilota viene realizzata al Perla: l'iniziativa ha un buon successo, al punto che nei mesi seguenti altre sale cittadine aderiscono alla proposta del FAC: Rossini, Gardenia, Embassy, Mexico, Derby, Boston e Piccadilly.
Anche al Rossini, una sera alla settimana viene programmato un film d’autore o con tematiche d’attualità a prezzo promozionale (500 lire); il progetto prosegue per qualche mese, ma senza particolari risultati in termini di affluenza.
Più in generale il Rossini programma film popolari ossia commedie italiane e film spettacolari americani; negli anni sessanta compaiono gli immancabili peplum, le farse di Franco e Ciccio e i westerni italiani mentre negli anni settanta i “poliziotteschi”. Il cinema d’autore è quasi del tutto assente (fanno eccezione Le notti di Cabiria nel 1958 e Arancia meccanica nel 1977) ed anche negli anni in cui tale cinema “impegnato” era “commerciale” (1968-75), al Rossini non compare se non molto saltuariamente.
Tra i film proiettati nella sala di via Mambretti ricordiamo:
nel 1933
Condannata (Dwan, 1931), Sempre rivali (Walsh, 1931), Il grande sentiero (Walsh, 1930 con John Wayne)
nel 1949
Re in esilio (Ophüls, 1947), I cavalieri del cielo (Leisen, 1941), Lady Hamilton (noto anche col titolo Il grande ammiraglio, Korda, 1941)
nel 1950
Rasputin (L'Herbier, 1937)
nel 1951
L'amante indiana (Daves, 1950 con James Stewart), Passaggio conteso (Borzage, 1939), Corrida messicana (Barton, 1948 con Bud Abbott e Lou Costello), I conquistatori dei sette mari (Ludwig, 1944 con John Wayne), La città dolente (Bonnard, 1948)
nel 1952
L'isola di Montecristo (Sequi, 1952), Totò terzo uomo (Mattoli, 1951), Gli inesorabili (Mastrocinque e Savarese, 1950), Il marchio di sangue (Maté, 1950)
nel 1953
Uniti nella vendetta (G.Douglas, 1951), Gianni e Pinotto contro l'uomo invisibile (Lamont, 1951), Luna rossa (Fizzarotti, 1951), Vendetta di zingara (Molinari, 1950)
nel 1954
La regina dei pirati (Tourneur, 1951), Messalina (Gallone, 1951), Essi vivranno! (Brooks, 1953)
nel 1955
Pietà per chi cade (Costa, 1954),Carosello napoletano (E.Giannini, 1954), Miseria e nobiltà (Mattoli, 1954), Il medico dei pazzi (Mattoli, 1955)
nel 1956
Più vivo che morto (Taurog, 1954), Susanna ha dormito qui (Tashlin, 1954), La valle dell'Eden (Kazan, 1955)
nel 1957
Il kentuckiano (di e con Burt Lancaster, 1955) L'uomo che sapeva troppo (Hitchcock, 1956), Incantesimo (Sidney, 1956), I diavoli volanti (Sutherland, 1939 con Stan Laurel e Oliver Hardy), Me li mangio vivi (Verneuil, 1953), Inno di battaglia (Sirk, 1957)
nel 1958
Montecarlo (S.A.Taylor, 1956), Susanna tutta panna (Steno, 1957), Le notti di Cabiria (Fellini, 1957),
nel 1959
I giovani leoni (Dmytryk, 1958), Il pianeta proibito (Wilcox, 1956), Un cappello pieno di pioggia (Zinnemann, 1957), Capitan Fuoco (Campogalliani, 1957), Le fatiche di Ercole (Francisci, 1958), Ercole e la regina di Lidia (Francisci, 1959)
nel 1960
Fratelli rivali (Webb, 1956 con Elvis Presley), Il sergente di legno (Walker, 1950 con Jerry Lewis), Nel segno di Roma (Brignone, 1959), Il figlio del Corsaro Rosso (Zeglio, 1959), I cavalieri del diavolo (Marcellini, 1959)
nel 1961
I guai di Pippo, Pluto e Paperino (Disney, 1960 cartoni animati), 5 marines per 100 ragazze (Mattoli, 1961), Ombre sul Kilimangiaro (R.Taylor, 1959), La corrida dei mariti (Grangier, 1955)
nel 1962
I peccatori di Peyton (Robson, 1957), Ora zero (Bartlett, 1957), Saffo, venere di Lesbo (Francisci, 1960), I magnifici sette (Sturges, 1960)
nel 1963
I tromboni di Fra Diavolo (Simonelli e Lluch, 1962), L'uomo di Alcatraz (Frankenheimer, 1962), Nefertiti, regina del Nilo (Cerchio, 1961), La guerra dei bottoni (Robert, 1962)
nel 1964
Giulio Cesare il conquistatore delle Gallie (Boccia, 1962), Anno 79: la distruzione di Ercolano (Parolini, 1962), I due mafiosi (Simonelli, 1964), I due evasi di Sing Sing (Fulci, 1964), L'uomo senza fucile-La legge del Signore (Wyler, 1956 con Gary Cooper)
nel 1965
Due mafiosi nel far west (Simonelli, 1964), All'ombra del patibolo (Ray, 1955), In ginocchio da te (Fizzarotti, 1964), Là dove scende il fiume (Mann, 1952), Da 077: criminali ad Hong Kong (Ashley e Stegani, 1964), La steppa (Lattuada, 1962)
nel 1966
Questo pazzo, pazzo, pazzo, pazzo mondo (Kramer, 1963), L'allegra parata di Walt Disney (Disney, 1965 cartoni animati), Il circo e la sua grande avventura (Hathaway, 1964), La meravigliosa Angelica (Borderie, 1965), Monsieur Cognac (M. Anderson, 1964)
nel 1967
Speedy Gonzales il supersonico (Warner Bros, 1966 cartoni animati), Goliath (noto anche come L'eroe di Babilonia, Marcellini, 1963), Il volo della fenice (Aldrich, 1965), Il principe guerriero (Schaffner, 1965)
nel 1968
L'indomabile Angelica (Borderie, 1967), Nel sole (Grimaldi, 1967), Bolide rosso (Sherman, 1954 con Tony Curtis), Quella carogna dell'ispettore Sterling (Miraglia, 1969)
nel 1969
Il magnifico texano (Capuano, 1967), Un treno per Durango (Caiano, 1968), Banditi a Milano (Lizzani, 1968), Sequestro di persona (Mingozzi, 1969), Don Chisciotte e Sancho Panza (Grimaldi, 1969), Cuore matto...matto da legare (Amendola, 1967), Lo sbarco di Anzio (Dmytryk e Coletti, 1968), Texas, addio (Baldi, 1966), Dick Smart 2007 (Prosperi, 1967), Sandokan alla riscossa (Capuano, 1964)
nel 1970
Justine (noto anche come Rapporto a quattro, Cukor, 1969), Dove vai tutta nuda? (Festa Campanile, 1969), Satiricosissimo (Laurenti, 1970), Al di là della legge (Stegani, 1968), I selvaggi (Corman, 1966 con Peter Fonda), Brucia, ragazzo, brucia (Di Leo, 1969), Franco e Ciccio...ladro e guardia (Ciorciolini, 1969), Colpo doppio del camaleonte d'oro (Stegani, 1967), Serafino (Germi, 1968), Faccia a faccia (Sollima, 1967), Il medico della mutua (Zampa, 1968)
nel 1971
In fondo alla piscina (E.Martìn, 1971), La prima notte del Dr.Danieli, industriale col complesso del...giocattolo (Grimaldi, 1970), La vendetta del vampiro (Richards, 1962), La spirale del terrore (Mattson, 1965), ...continuavano a chiamarlo Trinità (Barboni, 1971), Il trono di fuoco (J.Franco, 1970), Il vichingo venuto dal sud (Steno, 1971)
nel 1972
Bianco rosso e... (Lattuada, 1972), La ballata di Cable Hogue (Peckinpah, 1970), Temptation (L.Benvenuti, 1968), Detenuto in attesa di giudizio (Loy, 1971), Piccolo grande uomo (Penn, 1970), Chisum (McLaglen, 1970), La fuga di Tarzan (Thorpe, 1936), I vendicatori dell'Ave Maria (Albertini, 1972), Professione bigamo (Antel, 1969), Patton, generale d'acciaio (Schaffner, 1970)
nel 1973
S.S.S. sicario servizio speciale (Cardiff, 1965), Ben Hur (Wyler, 1959)
nel 1974
Palma d'acciaio, un turbine di violenza (Chu, 1971), Il corsaro dell'isola verde (Siodmark, 1952), Vado...l'ammazzo e torno (Castellari, 1967), L'agente speciale Mackintosh (Huston, 1973)
nel 1975
Combattenti della notte (Shavelson, 1966), Gli schiavi più forti del mondo (Lupo, 1964), Airport 75 (Smight, 1974), La nottata (Cervi, 1974), Bello come un arcangelo (Giannetti, 1974), Preparati la bara! (Baldi, 1968)
nel 1976
Yuppi du (Celentano, 1975), A mezzanotte va la ronda del piacere (Fondato, 1975), Terremoto (Robson, 1974), Due cuori una cappella (Lucidi, 1975 con Renato Pozzetto), I tre giorni del condor (Pollack, 1975), Il cittadino si ribella (Castellari, 1974), L'inferno nella mano (Kwan, 1972), Totò sexy (Amendola, 1963), Emmanuelle (Jaeckin, 1974), La legge violenta della squadra anticrimine (Massi, 1976), 4 bastardi per un posto all'inferno (Fuller, 1969 con Burt Reynolds), La sbandata (Samperi, 1974)
nel 1977
Amici miei (Monicelli, 1975), L'emigrante (Festa Campanile, 1973), Arancia meccanica (Kubrick, 1971)
nel 1978
Gli uccelli (Hitchcock, 1963), Invito a cena con delitto (Moore, 1976)
Nel 1978 la sala viene acquistata dal Comune di Milano per farne un centro polivalente (riunioni, conferenze, teatro e cinema) e viene esaminata la possibilità di affidarla in pianta stabile al Collettivo Teatrale La Comune di Dario Fo (in seguito alla chiusura della Palazzina Liberty) o alla compagnia Quelli di Grock, ma questi progetti non si attuano. La sala, estremamente periferica e ormai obsoleta, in un momento in cui a Milano molte sale si riconvertono a luci rosse, è in declino e, soprattutto, non viene concessa la licenza di agibilità dalla Commissione di Vigilanza contro gli incendi (sarebbero necessarie una ristrutturazione ed investimenti notevoli, che nessuno si può permettere). Così il cinema chiude nella prima metà del 1978.
L'edificio viene abbattuto nella prima metà degli anni novanta per far posto ad un giardinetto condominiale; gli spazi dell’ingresso e dell’atrio dell’ex-cinema sono invece attualmente occupati da un negozio di abbigliamento. Alcune parti dell'ex cinema (colonne e porta che conduce alla scala della cabina) sono ancora oggi visibili, essendo state inglobate nel condominio.
Accanto all'ex cinema (il numero civico è lo stesso del Rossini), troviamo invece oggi la Sala Rinascita, sempre di proprietà della Società Edificatrice: si tratta di un piccolo spazio che ospita conferenze di quartiere e qualche sporadica videoproiezione di documentari.

 

Al momento non siamo ancora riusciti a trovare una foto d’epoca del cinema Rossini  in attività.
Invitiamo tutti i visitatori del sito, cinefili, storici, milanesi, navigatori, curiosi ad aiutarci nella ricerca.

 

L'edificio del Teatro del Popolo intorno al 1911  
(per gentile concessione di Willy Salveghi)                                                   foto 1foto 2

Manifesto inaugurale del Teatro del Popolo (17 mar 2012)
 
(per gentile concessione di Willy Salveghi)                                                 immagine

L’ex cinema Rossini nei primi anni '80 (per gentile concessione di Willy Salveghi)
L'edificio complessivo dall'alto                                                         foto
Il cortile interno di via Mambretti 25; sulla sinistra è visibile
l'edificio bianco del cinema                                                              
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L’ex cinema Rossini nell'agosto 2011 (per gentile concessione di Willy Salveghi)
Lo stabile verso via Fattori                                                               foto
Lo stabile verso via Grassi                                                             
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L’ex cinema Rossini nel novembre 2012 (per gentile concessione di Willy Salveghi)
La facciata                                                                                   
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Le colonne portanti dell'ex cinema e la porta della cabina
di proiezione                                                                                   
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Il giardinetto che ha preso il posto della sala (si notino sul fondo
le colonne portanti)                                                                          
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Manifesti tipografici del cinema Rossini (fonte: Cineteca Italiana www.lombardiabeniculturali.it)
1933
Condannata - lug                                                                           
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Mappa di Milano (zona nord ovest - Musocco)
Posizione del cinema                                                                       
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  scheda redatta nel lug. 2013

Si ringraziano il sig. Carlo Procacci e la Cooperativa l'Avvenire di Musocco per le preziose informazioni

* l’asterisco segnala immagini o documenti di particolare interesse

 

 

si invitano i numerosi giornalisti e lettori che utilizzano i testi del sito (spesso con semplici copia/incolla) a citare la fonte