Polit. Monzese - cineteatro Ponti/Supercinema - cin. Teodolinda

il Supercinema Ponti nel 1972

Il teatro Politeama Villa Monza, esistente dalla fine dell’Ottocento nell’umile via Cortelonga, viene rilevata intorno al 1906 dal commerciante di vini Giovanni Ponti (1870-1949). La sala va a fuoco nei primi giorni del luglio 1913 (se ne trova notizia sul Corriere della Sera del 6 luglio) e viene ricostruita nel 1914. Alla riapertura Giovanni Ponti opta per la nuova denominazione di Politeama Monzese. Il teatro possiede una platea strutturata a ferro di cavallo, completata da una balconata eretta su esili colonnine.
Nel locale si alternano film e teatro di rivista. La famiglia Ponti abbandona la gestione della sala nel 1928.

Nel 1930 i nuovi esercenti rendono omaggio al precedente proprietario rinominando la sala come Teatro Ponti. La programmazione continua a proporre spettacoli teatrali e cinematografici; non mancano le incursioni nel teatro lirico (nel 1934 ad esempio vengono allestiti Rigoletto di Verdi e Madama Butterfly di Puccini, nel 1947 L’amico Fritz di Mascagni e nel 1954 Tosca di Puccini) e in quello di prosa. Fin dall’autunno 1930 la sala è attrezzata per il sonoro (vedi annuncio pubblicitario).
Dal novembre 1946, il locale utilizza il nome di Supercinema in relazione all’attività filmica e mantiene quello di Ponti invece per gli spettacoli teatrali.
Va sottolineato che negli anni trenta e nei primi anni quaranta il Ponti è certamente la principale sala monzese: la programmazione cinematografica è di prima visione (vi figurano prestigiose pellicole come quella di Biancaneve e i sette nani; vedi locandina), alla pari dunque con quella dell’altra sala importante della città, ossia il Centrale, mentre il teatro di rivista (sempre unito ai film nelle giornate di sabato e domenica), quello di prosa e il melodramma trovano costante accoglienza tra queste mura. Vi passano alcuni dei più importanti nomi della scena milanese e nazionale.
Tra le pellicole proiettate in quel periodo ricordiamo Inno all’amore (L. Berger, 1929) nel 1930, Il cavaliere di Lagardere (R. Sti, 1934) nel 1936, Il prigioniero dell’isola degli squali (Ford, 1936) e Il mercante di schiavi (Garnett, 1937) nel 1937,  Biancaneve e i sette nani (Disney, 1937) nel 1939 (tra le poche pellicole americane che riescono a giungere in Italia, dopo le nuove leggi monopolistiche che, dal 1938, in sostanza eliminano il cinema americano dalle sale italiane).
Nel dopoguerra invece la scelta filmica diventa di seconda-terza visione mentre il teatro di rivista continua ad essere presente al sabato e alla domenica, in abbinamento con la proiezione cinematografica (secondo il modello prevalente in tante sale milanesi, prima tra tutte lo Smeraldo; vedi); teatro di prosa e opera lirica divengono invece eventi sporadici.
In ogni caso, con la sua programmazione media di quattro film a settimana, tipica di tutte le sale di terza visione, il Supercinema offre la preziosa possibilità di recuperare vecchi film alle nuove generazioni di spettatori.
Inoltre nel periodo 1957-67 il Supercinema ospita spesso (in genere di mercoledì) i film d’autore (tra gli altri Bergman, Dreyer e Pasolini) scelti dal Circolo del Cinema Monzese. Altre volte è invece il cinema parrocchiale Mignon (via Teodolinda 5) ad accogliere i cinefili del Circolo.
Nell’ottobre 1964 Pier Paolo Pasolini è presente al cinema Ponti (vedi foto) per presentare in anteprima Il Vangelo secondo Matteo. In linea con le polemiche nazionali - in cui si contestava a un intellettuale marxista il diritto di raccontare la storia di Gesù - la proiezione ha esito controverso.
Tra i numerosi titoli di valore proiettati negli ultimi due decenni di attività del locale, ricordiamo ricordiamo La fiamma del peccato (Wilder, 1944) nel 1946, Uragano (Ford, 1936) nel 1947
nel 1948:
La settima croce (Zinnemann, 1942), L’eroe della strada (Borghesio, 1948, con Macario) e Anima e corpo (Rossen, 1947)
Non si muore così (Boyer, 1946) e Germania anno zero (Rossellini, 1947) nel 1949, Marechiaro (Ferroni, 1949) nel 1951, Il tenente Giorgio (Matarazzo, 1952) nel 1953, Viva la rivista (E. Trapani, 1953) nel 1954, Accadde al commissariato (Simonelli, 1954) nel 1955, L’uomo dal braccio d’oro (Preminger, 1956) nel 1956, Bellezze in bicicletta (Campogalliani, 1951) e Baby Doll (Kazan, 1956; a cura del Circolo monzese del cinema) nel 1957,
Il fiume rosso
(Hawks, 1948; a cura del Circolo monzese del cinema) nel 1958
nel 1959:
La donna del destino (Minnelli, 1957), O.K. Nerone (Soldati, 1951) e Uomini e nobiluomini (Bianchi, 1959)
La grande guerra (Monicelli, 1959) nel 1961, Morte di un amico (Rossi, 1959) e Il moralista (Bianchi, 1959) nel 1962, I motorizzati (Mastrocinque, 1962) nel 1963, Il castello in Svezia (Vadim, 1963) e Il Vangelo secondo Matteo (Pasolini, 1964; a cura del Circolo monzese del cinema) nel 1964
nel 1965:
Le magnifiche sette (Girolami, 1961), Madre Giovanna degli Angeli (Kawalerovicz, 1961; a cura del Circolo monzese del cinema) e La cambiale (Mastrocinque, 1959)
Sette monaci d’oro (Girolami, 1966) nel 1967,
nel 1968:
Un italiano in America (Sordi, 1967), Quien Sabe? (Damiani, 1967), L’immorale (Germi, 1967), Il dolce corpo di Deborah (Guerrieri, 1968), Signore & signori (Germi, 1966)
Diabolik (Bava, 1968) nel 1969
nel 1970:
Violenza al sole (Vancini, 1969), La sposa in nero (Truffaut, 1967), Papà, ma che cosa hai fatto in guerra? (Edwards, 1966), Il pistolero dell’Ave Maria (Baldi, 1968), Il mucchio selvaggio (Peckinpah, 1969), Il cervello da un miliardo di dollari (Russell, 1967), Vedo nudo (D. Risi, 1969), Puro siccome un angelo, papà mi fece monaco di... Monza (Grimaldi, 1969), La bambola di Satana (Casapinta, 1970), Il commissario Pepe (Scola, 1969), Una donna tutta nuda (Lemke, 1968), Addio Jeff (Herman, 1969), Sexy Girl (Boisrond, 1959), Svegliati e uccidi (Lizzani, 1966), Le piacevoli notti (Crispino, 1966), L’angelica avventuriera (De la Patelliere, 1966), Colpo rovente (Zuffi, 1970), Tempo di Charleston (Diamante, 1969), Il teschio di Londra (Vohrer, 1968), Le tue mani sul mio corpo (Rondi, 1969)
nel 1971:
Mio zio Beniamino (Molinaro, 1970), Dracula principe delle tenebre (Fischer, 1965), Splendori e miserie di Madame Royale (Caprioli, 1970), Il medico della mutua (Zampa, 1968), Dove vai tutta nuda? (Festa Campanile, 1969), La monaca di Monza (E. Visconti, 1969), Diabolicamente tua (Duvivier, 1968), Nell’anno del Signore (Magni, 1969), Il prof. Guido Terzilli... (Salce, 1969), Inchiesta pericolosa (Douglas, 1968), La signora nel cemento (Douglas, 1969)
Il Supercinema–teatro Ponti chiude nel luglio 1971.

La vecchia sala, con il suo taglio eminentemente teatrale, viene totalmente demolita per lasciare il posto a una confortevole ed efficiente sala cinematografica: il Ponti si trasforma così in un modernissimo cinema di prima visione che prende il nome, tutto monzese, di Teodolinda. L’esterno mantiene una certa rassomiglianza con l’edificio originale anche se l’entrata del Supercinema - che era assai modesta - si collocava all’inizio dello stabile (venendo da via Manzoni) mentre quella del Teodolinda – decisamente più ampia ed elegante - si trova al termine dello stabile (verso piazza Carducci).
Nell’interno nulla resta del vecchio teatro: il palcoscenico, che si trovava verso il Municipio e piazza Carducci (come si può vedere dalle foto; tra l’altro il caratteristico tetto, diviso in due parti, sottolineava la netta bipartizione tra la platea e il palcoscenico), si trasforma nella parte alta della platea (non c’è una galleria) mentre lo schermo si trova ora dalla parte opposta, verso via Manzoni. Insomma oltre che rifatta, la sala è stata anche rovesciata.
La programmazione inizia il 17 dicembre 1977 con il film americano Isole nella corrente (F. Schaffner), tratto dal noto romanzo di Hemingway.
Negli anni duemila la sala sopravvive alla sfida dei Cineplex ristrutturandosi in Multisala Teodolinda: a partire dal 1998 il cinema può contare su due sale autonome, una di dimensioni maggiore (sala Rubino), l’altra più piccola (sala Zaffiro).
Tra le pellicole più significative proiettate nel locale di via Cortelonga citiamo
nel 1981:
Toro scatenato
(Scorsese, 1980), Shiining (Kubrick, 1980), L’inganno (Schlondorff, 1981), La cruna dell’ago (Marquand, 1981), Atmosfera zero (Hyams, 1981), Agente 007 solo per i tuoi occhi (Glen, 1981)
Anni di piombo (Von Trotta, 1981) nel 1982, Il mondo nuovo (Scola, 1982), Una lama nel buio (Benton, 1982) e Querelle du Brest (Fassbinder, 1982) nel 1983, La donna che visse due volte (Hitchcock, 1958; ried. ) nel 1984,
nel 1985:
Cotton Club (Coppola, 1984), Innamorarsi (Grosbard, 1984), 007 Bersaglio mobile (Glen, 1985), Amici miei atto terzo (Loy, 1985) e Witness – Il testimone (Weir, 1984)
Hanna e le sue sorelle (Allen, 1986), Il colore dei soldi (Scorsese, 1986) nel 1987, Radio Days (Allen, 1987), Notte italiana (Mazzacurati, 1987), La famiglia (Scola, 1987), Black Rain (R. Scott, 1989), Thelma&Louise (R. Scott, 1991), I protagonisti (Altman, 1992) e Buongiorno notte (Bellocchio, 2004).

 

Panorama di Monza intorno al 1932
In alto a destra si nota il caratteristico tetto del teatro Ponti                        foto
Il tetto del teatro                                                                                     
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Panorama di Monza intorno al 1955-60
Ancora l’inconfondibile tetto del teatro. In basso al centro
si nota il recente cinema Manzoni                                                             
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Un’altra immagine dei tetti di Manzoni e Ponti                                          
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Il teatro Ponti – Supecinema nei primi anni settanta, pochi mesi dopo la chiusura
L’edificio (per gentile concessione di Paolo Andrea Fumagalli)                          foto*
L’ingresso. Si notano le due vetrine per le locandine e, a seguire,
lo spazio più ampio destinato al manifesto del film
in programmazione 
(per gentile concessione di Paolo Andrea Fumagalli)          foto*
La sala 
(per gentile concessione di Paolo Andrea Fumagalli)                            foto*

Pier Paolo Pasolini al Ponti nell’ottobre 1964
Anteprima de Il Vangelo secondo Matteo al Circolo del Cinema               foto*

Il Popolo di Monza – Annunci pubblicitari
Inno all’amore - dic 1930                                                                       immagine
Compagnia Achille Maresca, spettacolo di rivista – mar. 1935                    
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Il cavaliere di Lagardere e rivista – dic. 1936                                        
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Il prigioniero dell’isola degli squali e rivista – mag. 1937                      
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Biancaneve e i sette nani senza rivista – feb. 1939                                   
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Stella Pucci, spettacolo di rivista e film – 10 set. 1942                                 
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Il Teodolinda dal 1977
L’ingresso e la cassa                                                                                foto 1 - foto 2
La sala                                                                                                     
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Il Teodolinda Multisala dal 1998
L’ingresso e la cassa                                                                                foto 1 - foto 2
La sala Rubino                                                                                        
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La sala Zaffiro                                                                                         
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Il Teodolinda nel gennaio 2008
Il cinema verso piazza Carducci                                                                foto 1 - foto 2
Il cinema verso via Manzoni - Si noti la parte più alta dello stabile,
corrispondente al vecchio palcoscenico del teatro Ponti                             
foto 1 - foto 2
L’entrata del cinema                                                                                
foto 1 - foto2
Uscite di sicurezza, in corrispondenza dell’entrata del Supercinema             
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Vista aerea del cinema Teodolinda nel 2010                                       foto

Biglietto del cinema (1980)                                                                  immagine

Mappa di Monza (centro)
Posizione del cinema                                                                                
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Le informazioni intorno alla storia del locale nei primi tre decenni del Novecento sono state gentilmente fornite da Paolo Andrea Fumagalli

* l’asterisco segnala foto e materiale di particolare interesse