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In seguito a un ingente lascito (circa 10 milioni dell’epoca) dell’imprenditore filantropo Prospero Moisè Loria (nato a Mantova nel 1814 da famiglia ebrea e morto a
Milano nel 1892) si forma nel 1893 la Società Umanitaria. Essa prende possesso dei quattro chiostri e del refettorio di un antico convento francescano annesso alla chiesa di S. Maria della Pace (1466). L’entrata è in via
Daverio n. 7, strada perpendicolare al retro dell’imponente Palazzo di Giustizia. La Società, superate numerose traversie giuridiche (per circa sei anni i parenti tentano di bloccare il testamento di Loria) e politiche, inizia
a operare nel 1902. L’Umanitaria – come recita il titolo – è, all’origine, un ente filantropico: ospita corsi professionali, un ufficio di collocamento, si spende in favore dei ceti più disagiati e supporta i disoccupati. Il
complesso possiede una vasta biblioteca e adibisce il refettorio di forma rettangolare – ornato nella parete di fondo da una Crocifissione (1520) di Marco d’Oggiono - a sala per eventi culturali. In essa hanno tenuto
conferenze Herbert Marcuse e Giovanni Spadolini, hanno fatto musica de Sabata, Andres Segovia, Domenico Modugno e Ornella Vanoni e la Rai vi ha ambientato il ciclo di trasmissioni Milano Italia (1992-93) diretto da Gad Lerner.
La Società Umanitaria è stata sempre sensibile anche all’arte cinematografica. Nei primi anni venti l’Umanitaria allestisce sui navigli un curioso cinema itinerante sopra a un barcone la cui vela è anche un piccolo
schermo cinematografico (vedi articolo). Nel dopoguerra – dopo lunghi e radicali lavori di restauro (le bombe alleate hanno quasi raso al suolo i chiostri) conclusi nel 1949 – l’ampia sala con l’affresco, cuore pulsante
delle vita culturale dell’istituto, diviene anche una sala cinematografica (circa 400 posti). Viene approntata una cabina di proiezione (il cui foro, in alto sopra la parete di fondo, è tuttora visibile; vedi foto) e uno
schermo che, all’occorrenza, si materializza salendo da una fossa presente nel ridotto palcoscenico. La programmazione cinematografica è saltuaria. Nel periodo 1975-77 – anni di grande successo per il cinema
politico e d’autore - la sala prende il nome di Umanitaria Popolare d’Essai e si impegna in un’attività cinematografica regolare. Tra le pellicole rilevanti, poste in programmazione, segnaliamo: Jules e Jim (Truffaut, 1961) nel 1976, Il Gattopardo (Visconti, 1963) nel 1977, Cléo dalle 5 alle 7 (Varda, 1961) e Senza legami (Meszaros, 1973) sempre nel 1977.
Le proiezioni avvenivano solo in orario serale (nella maggior parte dei casi alle ore 20.30 e 22.30). L’attività cinematografica continuativa termina agli inizi del 1978. Nel biennio 1997-99 la sala viene
radicalmente ristrutturata (vedi foto) e diviene “Il salone degli affreschi”.
A partire dal 1988 l’Umanitaria inaugura Estate nei chiostri, manifestazione estiva all’aperto che
offre film, concerti e spettacoli teatrali in uno dei quattro chiostri (vedi foto). Tra le personalità ospitate ricordiamo i pianisti Giorgio Gaslini e Sergio Fiorentino e gli attori Ottavia Piccolo e Giorgio Albertazzi.
Tra le numerose pellicole significative, poste in programmazione, ricordiamo: West Side Story (Wise,
1959) nel 1998, La rosa purpurea del Cairo (Allen, 1985) e un ciclo sul cinema dei fratelli Marx nel 2000, Hotel Rwanda (T. George, 2004) nel 2005, Crash (Haggis, 2005) nel 2006, Volver (Almodovar, 2006), Katyn (Wajda, 2007) nel 2009, Good Bye Lenin (W. Becker, 2003) e La felicità porta
fortuna (Leigh, 2008) sempre nel 2009, Gran Torino (Eastwood, 2009). “Oggi l’azione della Società Umanitaria è composta da alcuni filoni che si intrecciano a vicenda: insieme a una grande varietà di iniziative
culturali (incontri, mostre, concorsi, dibattiti), le attività istituzionali comprendono anche pubblicazioni cartacee e multimediali (cd e video), interventi nell'ambito della formazione professionale... ma anche progetti
prettamente sociali, quali l'aggregazione e l'educazione degli adulti, la lotta alla dispersione scolastica e il riconoscimento dei cavalieri dei Diritti Umani” (dal pregevole sito www.umanitaria.it; dal medesimo sono state riprese le foto storiche della sala cinema).
Il barcone cinematografico degli anni venti (per gentile concessione di Willy Salveghi) Foto degli anni venti immagine
Rassegna e articolo del 2000 immagine
Il salone nel 1920 foto
L’affresco di Marco d’Oggiono nel 1935 foto
Il salone ridotto a magazzino nel 1940
foto
La sala cinema nel 1964 foto
La sala durante la trasmissione Rai “Milano Italia” (1993) immagine
Il salone durante la ristrutturazione del 1999 foto
Il restaurato salone degli Affreschi foto
Il salone degli Affreschi e i chiostri nell’aprile 2010 Il salone verso il palco foto 1 – foto 2
Il salone verso l’uscita foto
Il persistente foro della cabina di proiezione nel salone foto
La macchina da proiezione “esiliata” nei chiostri foto
Le mura del salone verso il chiostro foto
Le mura verso l’esterno foto
L’ingresso su via Daverio foto
L’ingresso verso il Palazzo di Giustizia foto
L’ingresso verso corso di Porta Romana foto
Il cinema all’aperto per Estate nei chiostri foto
Il cinema all’aperto nel Estate nei chiostri nel 2007 (da www.fanaticalaboutcinema.com/allestimenti.htm su gentile segnal. di Willy Salveghi) foto
Il chiostro del cinema all’aperto nell’aprile 2010 foto 1 – foto 2
Vista aerea dell’Umanitaria (2010) immagine
Il logo di Estate nei chiostri immagine
Estate nei chiostri: programma cinematografico 2009 (per gentile concessione di Marco Ferrari) immagine
Mappa di Milano (zona est)
Posizione del cinema immagine
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